«Chirurgia generale destinata a nuovi tagli»

Sulla chiusura prevista per domani della Prima Chirurgica dell’ospedale di Cattinara interviene Laura Stabile, segretario regionale di Anaao-Assomed, associazione medici dirigenti. «Secondo l’assessore Telesca - rileva Stabile - non cambierà nulla, tranne l'abolizione di un primariato: dal primo marzo vi sarà quindi a Trieste una sola Chirurgia generale con 60 letti, smisurato reparto di difficilissima se non impossibile gestione, analogo alle vecchie divisioni ospedaliere, modelli già abbandonati negli ultimi decenni del secolo scorso a favore di strutture più agili, e infatti le recenti disposizioni ministeriali indicano come dimensione standard per i reparti di degenza il numero di 17-18 posti letto. Ed è facile immaginare il futuro: dato che non è pensabile che la Regione abbia in mente di mantenere reparti di quelle proporzioni, i posti letto e gli ambulatori saranno via via ridotti, il personale diminuito, finché il reparto non rientrerà nelle dimensioni di una normale chirurgia, e il “taglio” sarà stato portato a compimento».
Secondo Anaao-Assomed, «questo è solo uno dei casi in cui si manifesta l'opacità per cui la Regione non ha mai reso espliciti dati e progetti, e comprensibili i ragionamenti che stanno alla base della riforma. Quando un reparto è destinato alla chiusura, come la Prima Chirurgica, inizia l'asfissia: lo si lascia carente di personale, materiali e strumentazioni, si riducono poco alla volta i posti letto, poi si comincia a dire che il reparto lavora poco, mettendo in atto una sorta di mobbing che alla fine ne fa invocare la chiusura».
Stabile riferisce anche che «proprio in questi giorni è stato trovato l'accordo tra Regione e Università dopo oltre un anno di trattative, dalle quali sono stati esclusi i rappresentanti degli ospedalieri, anche se ciò segnerà la futura vita professionale di centinaia e centinaia di medici. Quest'accordo definisce quale deve essere la composizione degli ospedali di Trieste e di Udine, reparto per reparto, e individua quali reparti devono essere diretti da ospedalieri e quali da universitari. In questo modo la composizione degli ospedali più importanti della regione viene cristallizzata in uno schema rigido, non più modificabile se non con l'assenso dell'Università. E così, se fra un anno o due, in seguito a nuovi emergenti bisogni di cura della popolazione, dovesse nascere l'esigenza di attivare nuovi reparti ospedalieri, questo non sarebbe possibile senza modificare il Protocollo d'Intesa, cioè senza il permesso dell'Università. Svuotando il Direttore generale dell'azienda di ogni potere - prosegue Stabile - l'assessore sembra non riuscire a trattenersi dal fare dichiarazioni che appaiono offensive, come, a proposito della Prima Chirurgica: "Spesso è accaduto, come in questo caso, che si creino reparti inutili proprio per creare posizioni dirigenziali. La Prima Chirurgica sarebbe quindi stato un reparto inutile, con buona pace di tutti coloro che vi hanno operato negli anni».
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