Chiude anche l’ottico In piazza Oberdan un cimitero di negozi

L’ex salotto buono di Ronchi dei Legionari è solo un incrocio E la targa che ricorda l’arresto dell’irredentista non si vede
Di Luca Perrino
Bonaventura Monfalcone-26.01.2016 Negozi chiusi-Piazza Oberdan-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-26.01.2016 Negozi chiusi-Piazza Oberdan-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI DEI LEGIONARI. Era il 16 settembre del 1882. Alla locanda di Giovanni Battista Berini venne arrestato Guglielmo Oberdan. Pochi mesi dopo, a dicembre, l’irredentista triestino sarà giustiziato. Una storia che si lega al “cuore” di Ronchi dei Legionari anche dal punto di vista toponomastico. Il nome Oberdan battezza un nucleo che trova origine già nel 1600 e sul quale, tra gli altri, si affaccia palazzo Giraldi, ora di proprietà della famiglia Fabris, datato 1705. Ma quella che è stata per i ronchesi “la piazza” è oggi solo l’ombra di se stessa. Nei giorni scorsi ha chiuso i battenti anche l’ottica Russi. L’ultimo “brand” di una serie di chiusure che hanno contraddistinto negli ultimi anni quella che, più che una piazza, oggi sembra un grande e frettoloso incrocio.

Molti ricorderanno il negozio di abiti e stoffe della famiglia Utili, l’edicola Gregorin, le pelletterie Agostini, ma anche la panetteria Gorghi, la macelleria Berini e l’ottica Collino. Nomi spariti per sempre, riducendo piazza Oberdan a un vero e proprio deserto. Nella parte storica resiste solo il Caffè Trieste, mentre qualche esercizio commerciale si trova nelle nuove costruzioni sorte laddove, un tempo, c’era il parcheggio retrostante a un negozio di casalinghi o in quelli che tutti, ancora oggi, chiamano il “colosseo”, una brutta, pachidermica costruzione realizzata negli anni Settanta, quando la speculazione edilizia era di casa, che ha persino imbottigliato la vecchia locanda Berini e con essa la targa che ricorda l’arresto di Oberdan.

Eppure Ronchi dei Legionari, anche nelle ultime settimane, ha salutato l’avvio di nuove “avventure” commerciali: una fioreria in largo Petrarca, una pizza al taglio in via D’Annuzio e la lavanderia Wizzie in viale della Serenissima. Uno sviluppo che “stride” con la situazione che si vive in piazza Oberdan e lo dimostrano anche lo stato di abbandono in cui si trovano alcuni edifici, come quello che ospitava la panetteria Gorghi, transennato ormai da anni. Ma perché tutto questo? Una trentina di anni fa, nel quadro di un riordino della viabilità del centro, l’elegante rotatoria sistemata al centro della piazza venne sostituita da quello che doveva essere un avveniristico sistema semaforico. Nacquero allora i sensi unici lungo via Roma e via Mazzini e se la viabilità, appunto, ne trasse benefici, piazza Oberdan finì col diventare un anonimo groviglio di strade.

La lottizzazione che ha previsto la realizzazione di una fontana, struttura piena di problemi e spesso all’asciutto, ha un po’ ingentilito la zona, ma non è bastato. L’emorragia di negozi è proseguita e l’asse privilegiato per i ronchesi è diventato piazza Unità d’Italia, che avrebbe comunque bisogno di un restyling e via Roma. Anche l’arredo urbano lascia a desiderare, dopo la sistemazione proprio in mezzo al parcheggio, dinnanzi al “Caffè Trieste”, una campana per la raccolta del vetro. Brutta, sporca e spesso circondata dai rifiuti. Una storia che ha radici lontane e profonde. Il tempo, insomma, ha sbiadito anche questa cartolina densa di ricordi per i ronchesi.

Sembrava che il Comune volesse correre ai ripari. Un paio di anni fa, infatti, aveva stanziato 15mila euro per uno studio di fattibilità sulla riqualificazione della piazza. Studio che, evidentemente, è rimasto lettera morta. Resta la necessità di valorizzare e di incentivare questo patrimonio. A partire da quello storico, dando dignità alla targa che ricorda l’arresto dell’irredentista Oberdan. Essa è ancora nascosta dietro alle imposte di una casa “imprigionata” dal complesso edilizio il “colosseo”. Solo un recupero urbano consentirebbe di rivitalizzare il centro, in modo da combattere la crisi e permettere alle attività commerciali di vivere, battendo anche la concorrenza della grande distribuzione. Un rilancio atteso, ma per il momento piazza Oberdan dice addio all’ennesimo negozio.

@luca_perrino

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