Chiude dopo 72 anni il negozio di scarpe della famiglia Strizzolo

Sara Palluello

palmanova

Dopo 72 anni di attività chiude Calzature Strizzolo. Nato nel 1949 al civico 49 di via Udine a Palmanova (dove si trova ancora oggi) grazie a Giuseppe Strizzolo, prima di diventare un negozio di vendita al dettaglio di calzature e pelletterie è stato un laboratorio calzolaio che faceva riparazioni e scarpe su misura.

«Giuseppe, che tutti ricordano come Bepi, proveniva da una numerosa famiglia di agricoltori ma aveva deciso di fare il calzolaio – ricorda il nipote Bruno, che ha sempre lavorato nell’azienda dello zio –. Ha aperto l’attività poco più che ventenne dopo aver fatto, per un periodo, ogni giorno Bicinicco-Udine e ritorno in bicicletta per imparare il mestiere. Lavorava pelli e cuoio, i materiali migliori dell’epoca, per dare un prodotto resistente e di lunga durata. I clienti potevano contare su scarpe artigianali, ricercate e di alta qualità. La sera rincasava sulla sua vespa con un sacco di scarpe in spalla e dopocena metteva al lavoro tutta la famiglia su tacchi e suole».

«Lavoravamo anche la notte o di mattina presto perché c’era tanto da fare – continua –, alle volte dormivamo soltanto due o tre ore. Poi, col tempo, il negozio si è ingrandito con la vendita di cinture e borse». Negli anni nel negozio di Borgo Udine sono entrati a lavorare la moglie Mirella, la figlia Lucia, il nipote Bruno con la moglie Graziana (che dal 1975 al 2017 hanno aperto il secondo negozio in piazza Grande) e poi la nuora Carla che nel 2006, alla morte di Giuseppe, ha rilevato l’attività.

«Ci piacerebbe ringraziare i nostri clienti con i quali, tra un acquisto e una chiacchiera, sono nate splendide amicizie. Il negozio è un’istituzione perché ha visto crescere generazioni di palmarini – confida Carla Del Zotto –: ci sono nonni che vengono con i nipotini e ricordano i tempi in cui frequentavano il negozio con i loro genitori. Ci dispiace lasciare, ma il mondo va avanti correndo a una velocità tale da non riuscire a starci dietro e la schiacciante concorrenza dei centri commerciali e dell’e-commerce ci hanno fatto optare per la chiusura, in prossimità della pensione». —



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