Chiusura dell’autostrada H4 in Slovenia: prime ripercussioni a Fernetti

Test per il valico non asfaltato in attesa dei Tir: code ai controlli dei pullman. L’imminente chiusura della Opicina-Zolla per cedimento complica la viabilità

 

Ugo Salvini
Nel fine settimana i Tir non possono circolare, salvo deroghe, ma c’è chi sabato a Fernetti si è presentato alla guida del suo mezzo pesante. Foto Andrea Lasorte
Nel fine settimana i Tir non possono circolare, salvo deroghe, ma c’è chi sabato a Fernetti si è presentato alla guida del suo mezzo pesante. Foto Andrea Lasorte

Qualche intoppo nel piazzale del valico, nei momenti in cui i controlli si sono fatti più frequenti. Pochi camion in circolazione, perché siamo nel cuore del lungo fine settimana di Ferragosto. Un’atmosfera complessiva di finta calma, perché tutti sono consapevoli che, da lunedì, si respirerà un’aria molto diversa e la preoccupazione per ciò che potrà accadere è tanta.

Il traffico davanti alle postazioni di controllo. Il vero banco di prova, anche per l’Interporto, ci sarà lunedì. (Foto Andrea Lasorte
Il traffico davanti alle postazioni di controllo. Il vero banco di prova, anche per l’Interporto, ci sarà lunedì. (Foto Andrea Lasorte

Si è consumata così, al valico di Fernetti, la lunga vigilia dell’attesa chiusura, fissata per lunedì 18 agosto, della H4, la superstrada slovena che corre lungo la valle del Vipacco e funge da collegamento fra la A1, principale autostrada slovena, quotidianamente percorsa da migliaia di mezzi pesanti in arrivo da Est, e l’Interporto di Gorizia.

Un blocco che comporterà, come più volte ricordato in queste settimane, un notevole riversamento di traffico, soprattutto pesante, sul valico che si trova nel Comune di Monrupino, al quale andrà sommato quello generato dal grande rientro del dopo Ferragosto. Insomma una situazione che potrebbe rivelarsi esplosiva, anche perché l’ingresso in Italia, per chi arriva dalla Slovenia, si concentra per ora su un’unica corsia, perciò su quella striscia di asfalto con ogni probabilità si formeranno code di camion, caravan, mezzi privati, frontisti.

«Speriamo che i responsabili delle forze dell’ordine che comandano le squadre in servizio sul valico – dicono i residenti di Fernetti e gli operatori che lavorano in prossimità del valico, sul lato italiano – scelgano, almeno in questi primi giorni di chiusura, personale esperto. Abbiamo visto volti molto giovani in queste settimane che forse per la prima volta si trovano a dover assolvere un compito, come quello dei controlli sul confine, che prevede rigore ma anche esperienza». Qualcuno ha ricordato un fatto accaduto durante questo fine settimana, quando è stata fermata per verifiche una corriera in ingresso in Italia e, siccome lo stato dell’asfalto del piazzale, com’è noto, è disastroso, durante la lunga sosta per i controlli del caso è stata scelta un’area a cavallo della corsia d’ingresso. Immediatamente si è formata una lunga coda e qualcuno ha protestato. Un esempio di cosa potrebbe accadere da domani in poi, quando entreranno in scena anche i mezzi pesanti.

Nel frattempo, com’era ampiamente prevedibile, i lavori sul piazzale e sulla bretella interna all’Interporto, che dovrebbe rappresentare l’alternativa per l’ingresso nella A4 per le vetture private, non sono iniziati.

Nella riunione in Prefettura di martedì scorso è stato infatti deciso che, una volta ultimati gli interventi di sistemazione del piazzale e sulla bretella dell’Interporto, per i quali la Regione ha già stanziato 500 mila euro, si passerà al raddoppio di corsia sul valico, in modo da accelerare le operazioni di controllo e di entrata. Ma domani, intanto, si procederà con una sola corsia.

E all’orizzonte si profila un altro problema. La ex provinciale TS9, che collega fra loro la frazione di Zolla e Opicina e rappresenta un percorso parallelo a quello del valico di Fernetti, ovviamente con i limiti di una strada di tale classificazione, chiusa qualche settimana fa per uno smottamento verificatosi a qualche decina di metri dal bivio per la TS8 che porta alla rocca di Monrupino, e riaperta con il sistema del senso unico alternato, potrebbe essere nuovamente del tutto interdetta alla circolazione. I sensori posti sotto la strada, per rivelare ulteriori movimenti del terreno su cui poggia la strada, avrebbero dato segnali di possibili nuovi smottamenti. Il che potrebbe obbligare l’Edr, che coordina l’intervento, di concerto con la spa Acquedotto del Carso, a sancire un nuovo blocco, con la conseguenza che chi pensava di utilizzare quel percorso, specie i frontisti, per evitare Fernetti, potrebbero essere costretti a transitare anch’essi sul valico. —

 

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