«Ci aspettavamo un po’ di colore dalla città ma è festa lo stesso»

In barba al cielo grigio e alla pioggia, e più delle tante autorità, i veri protagonisti della giornata di ieri, a Gorizia, sono stati loro. I donatori. Tanti, forse qualcuno meno rispetto alle aspettative della vigilia che parlavano di diecimila presenze, ma, tenendo conto soprattutto delle condizioni meteorologiche, comunque molti. Diecimila secondo gli organizzatori, arrivati da ogni angolo d'Italia per sfilare orgogliosi con i loro labari e i loro striscioni, facendosi testimoni di un messaggio di solidarietà e impegno che dovrebbe essere esempio per tutti. Tra sorrisi e volti emozionati, la sfilata è partita con qualche minuto di ritardo sul programma ufficiale dal Parco della Rimembranza, intorno alle 9.45, ed è poi proseguita fluida e piuttosto rapida lungo i due corsi, in via Oberdan ed infine in piazza Vittoria. Qui le autorità ed i rappresentanti delle istituzioni locali si sono messe sul ciglio della strada, osservando sfilare i donatori di sangue delle sezioni Fidas di tutta Italia, ed accogliendo ognuna con un applauso. I più numerosi - e anche i più rumorosi, con centinaia di fischietti e trombette - sono stati di certo i donatori pugliesi, arrivati addirittura in oltre 270 a Gorizia, in rappresentanza di sette sezioni. «E solitamente siamo anche di più - scherza Mimina Sergi, della Fidas di Lecce -: è dal 1992 che non manchiamo ad una Giornata nazionale del Donatore, e in altre occasioni siamo arrivati anche a dieci pullman pieni. Questa volta, vista anche la distanza da coprire, ci siamo fermati a cinque, ma l'importante è esserci per portare il nostro messaggio di amicizia e solidarietà. Questa è sempre una bellissima giornata di festa, e la attendiamo ogni anno con ansia».
In piazza Vittoria, via via sempre più affollata, le note del complesso bandistico di Isola Vicentina per qualche minuto hanno coperto il festoso rintocco delle campane di Sant'Ignazio, prima della messa, che ha tenuto compagnia alle delegazioni in attesa. Come quella arrivata dalla Liguria. «E' la prima volta a Gorizia per noi - dice Luigi Loi -. Abbiamo trovato una bellissima cittadina, e avuto anche la possibilità di visitare i dintorni. Siamo stati anche in Slovenia, e dopo la sfilata visiteremo Gorizia e Trieste». C'è anche chi, come il laziale Stefano, si aspettava un po' più di folla e colore, dalla città, anche se in fondo, gli fa eco l'amica Paola, «quel che conta è essere qui per dire che donare è vita». Una testimonianza ben chiara anche nelle menti e nelle parole del Gruppo Giovani della Fidas, che si è presentato con un grande striscione per chiedere "Verità per Giulio Regeni". «Perché una giornata come questa serve a noi delle nuove generazioni anche per dire che siamo pronti a combattere tante battaglie, oltre a fare del bene per il prossimo - dice il ligure Andrea Grande, coordinatore del gruppo, che ha parlato di una Gorizia "deliziosa" -. In un'epoca fatta spesso di individualismo ed egoismo è importante invece impegnarsi nel sociale come facciamo noi tutti con convinzione». E allora, con questo spirito, anche la pioggia dà meno fastidio. Faceva piuttosto fresco, ieri, in piazza Vittoria: eppure migliaia di cuore di donatori, giovani e meno giovani, hanno saputo trasmettere un calore di quelli da ricordare.
Marco Bisiach
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