Cigni inanellati con il Gps per seguire gli spostamenti

STARANZANO
Cigni reali inanellati con il segnalatore Gps (Global Positioning System), il sistema satellitare per conoscere la posizione di un oggetto, sono stati “catturati” e poi liberati all’Isola della Cona, provenienti dalla grande zona umida del Neusiedlersee del lago di Ferto, al confine tra l’Austria e l’Ungheria, sito dichiarato nel 1979 dall’Unesco «riserva di biosfera». È una delle ultime operazioni di rilievo condotta dalla Stazione Biologica dell’Isola della Cona, confermata dai naturalisti ungheresi e comunicata dal direttore della Sbic, il triestino Fabio Perco, durante le rilevazioni di uccelli di questi giorni che a migliaia arrivano nella Riserva per svernare. I cigni presenti in questo periodo alla Riserva della Cona sono circa un migliaio e si possono osservare all’interno o ai confini dell’area protetta.
«Questa è una notizia notevole anche sul piano delle relazioni internazionali – afferma Perco – in quanto almeno sei soggetti di Cigno reale ammarati nella vasta zona in prossimità della foce fluviale, provengono sicuramente dall’Ungheria. La particolare osservazione – sottolinea – si riferisce a uccelli marcati con collari (bianchi o gialli con sigle nere) nell’area lacustre di Ferto, in prossimità della grande zona umida del Neusiedlersee, non lontano dalla città di Sopron. Due soggetti, oltre a collare ed anelli di riconoscimento, recano infatti anche un segnalatore Gps, che ha consentito ai colleghi ungheresi di seguirli in ogni fase del loro spostamento invernale e che continueranno a trasmettere la loro posizione ancora per un lungo periodo». Perco aggiunge: «Non si tratta tuttavia di una novità dal punto di vista scientifico. Infatti, oltre una ventina di soggetti provenienti dall’Ungheria erano già stati osservati e registrati negli anni alla Foce Isonzo. Alcuni altri presentavano marcature che rivelavano la loro provenienza anche da località più distanti, come la Polonia e le coste del Baltico». I protagonisti di questa importante operazione faunistica sono Silvano Candotto della Riserva, Karoly Erdei, dell’università di Linz ma di origini ungheresi, e il responsabile locale della ricerca Attila Pellinger. «Che i cigni reali si spostassero numerosi in autunno e in inverno da aree settentrionali verso l’Adriatico e alla Foce Isonzo – prosegue Perco – era già da tempo nota, ma meno conosciuto era il dettaglio dei loro spostamenti. Di uno, infatti, sappiamo che ha sostato brevemente in Croazia. È un segnale positivo per il futuro, se consideriamo che l’osservazione di numerosi cigni in libertà lungo le nostre coste, era da ritenersi rara e occasionale fino ad appena una ventina di anni fa».
Nel corso del censimento e monitoraggio della fauna (oggi circa 20-25 mila esemplari), l’ornitologo e “manager” Silvano Candotto e il naturalista Matteo De Luca, hanno rilevato che gli arrivi invernali aumentano con la presenza di numerosi anatidi, tra cui anatre, oche e cigni, quasi cinquemila fischioni, svariate centinaia di germani, codoni, mestoloni, alzavole e canapiglie. Dalla Siberia sono arrivate ben 716 oche lombardelle, un numero eccezionale se si considera che sono molto rare, poi un’oca collorosso, diverse centinaia di oca grigia con una notevole consistenza di circa 1.500 esemplari e anche il record storico di cigni (mare antistante Valle Cavanata incluso) di 2.370, incluso un paio di nuovi marcati con collari in Ungheria.—
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