Cinghiali radioattivi in Friuli Venezia Giulia Ma Roma minimizza

Il grillino Prodani interroga il ministero della Salute «Valori sotto le soglie di rischio per chi mangia quella carne»
Di Roberto Urizio

TRIESTE. Due campioni di cinghiali “radioattivi” sono stati riscontrati dall'Arpa Fvg nel corso del 2013, dopo i casi della Val Sesia. Ad annunciarlo è il ministero della Salute, nella risposta all'interrogazione posta a maggio dal deputato del Movimento 5 Stella, Aris Prodani. Proprio in seguito ai casi emersi in Piemonte, e legati alla contaminazione da cesio 137 dovute all'incidente di Chernobyl del 1986, e a situazioni analoghe verificatesi in Austria e in Baviera, Prodani ha chiesto al Ministero di essere messo a conoscenza di eventuali «animali selvatici contaminati da radiazioni nucleari», chiedendo inoltre al Governo se intendesse «avviare, di concerto con le Regioni, tutti gli accertamenti del caso per comprendere l’estensione e l’origine di detta contaminazione, a tutela della salute dei cittadini».

Proprio a seguito dei casi rinvenuti in Val Sesia, ha chiarito la risposta del ministero della Salute (dicastero retto da Beatrice Lorenzin), «l'Arpa ha proceduto immediatamente, in collaborazione con gli assessorati Caccia e Pesca, al reperimento di campioni di cinghiali locali». I risultati delle analisi su questi campioni, prosegue il documento ministeriale, dicono che «due campioni superano di 600 Bq/kg», ovvero 600 becquerel per chilogrammo (che rappresenta l'unità di misura di attività radioattiva), una soglia oltre la quale la carne non può più essere commercializzata.

Un dato che comunque non allarma il ministero, secondo cui, nonostante l'elevata concentrazione di cesio rilevata soprattutto in uno dei due campioni in questione, «dal punto di vista dell'impatto dosimetrico la situazione non desta eccessiva preoccupazione per la popolazione. Infatti, per raggiungere il limite di legge anche ipotizzando il caso peggiore, cioè una contaminazione di 5000 Bq/kg, sarebbe necessario consumare un quantitativo annuale di 10- 15 kg di carne, corrispondente a 50-70 porzioni: una circostanza decisamente improbabile.

Il ministero ha assicurato che il monitoraggio sulla radioattività è costante eha convocato una riunione con i Nas e i Noi, le Regioni e Province autonome, l'Istituto Superiore di Sanità. Le regioni dell'arco alpino, ricorda ancora la risposta all'interrogazione, «effettuano specifici piani di monitoraggio sulla contaminazione radioattiva da cesio, sia in selvaggina che in altri prodotti di raccolta spontanei», proprio in quanto regioni maggiormente interessante dalle radiazioni provenienti da Chernobyl. In Friuli Venezia Giulia, in particolare, dal 2007 è previsto, nell'ambito del piano di campionamento, un'apposita matrice «prodotti di raccolta spontanei e selvaggina».

«Il piano – spiega ancora il ministero – prevede la raccolta di due campioni a trimestre per ciascuna delle sei Aziende sanitarie presenti nel territorio regionali (in totale 48 campioni all'anno)». Le misure di questi campioni, prelevati al consumo, «non hanno mai fornito risultati superiori al limite di commercializzazione di 600 Bq/kg». Il cesio tuttavia è stato riscontrato, seppure nell'ordine di qualche decina di Bq/kg, nella carne di cinghiale e in altra selvaggina, come ad esempio il capriolo.

In aggiunta a quanto già previsto è stato chiesto alle Aziende Sanitarie di consegnare ulteriori due campioni di selvaggina prelevati sempre al consumo. Oltre alle misurazioni effettuate sugli alimenti, l'Arpa del Friuli Venezia Giulia «effettua da anni campionamenti su varie matrici ambientali, al fine di avere una fotografia aggiornata dell'impatto che la ricaduta, avvenuta a seguito dell'incidente di Chernobyl, ha ancora sul territorio». In particolare vengono esaminati centinaia di campioni di funghi (commestibili e non), prelevati da decine di aree del territorio, e ad anni alterni, vengono prelevati campioni di suolo (boschivo o a prato) per valutare la radioattività in superficie e in profondità. «Questi campionamenti – fa sapere ancora il ministero – evidenzia alcune zone con concentrazione ancora elevata».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo