Cittadini sul piede di guerra: «Serve subito la rotatoria»

A nulla sono valsi i numerosi solleciti alle tre municipalità che condividono l’area e la petizione da 414 firme: residenti snobbati, ma gli incidenti continuano
Di Tiziana Carpinelli
Bonaventura Monfalcone-04.02.2017 Pescheria-Via Dobbia-Staranzano-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-04.02.2017 Pescheria-Via Dobbia-Staranzano-foto di Katia Bonaventura

Quanto deve alzare la voce un cittadino per farsi sentire da un sindaco? Di solito abbastanza, e non di rado giova l’aiutino di una petizione popolare, magari sostenuta da almeno qualche centinaio di firme. Questo, naturalmente, se si desidera che una determinata istanza, caduta nel vuoto, venga verosimilmente esaudita. Se però i sindaci da raggiungere sono tre, allora è un altro paio di maniche: la mission diventa impossible, come quella del film con Tom Cruise.

Altrimenti non si spiega come mai, a distanza di mesi, i residenti di Monfalcone, Staranzano e Ronchi dei Legionari siano ancora lì, punto e a capo a parlare dell’incrocio “maledetto”. O meglio: a protestare per la spericolata viabilità all’intersezione tra la Sp 11 e le vie Dobbia, 24 maggio e Filzi. Giustamente, verrebbe da dire, visto che anche una settimana fa si è assistito a un pesante sinistro. Non chiedono la luna, dopotutto: sollecitano la fatidica rotatoria, a dirimere un traffico in quel tratto sostenuto. «Non ci sono espropri da effettuare - spiega Carlo Ambrosino, promotore di una petizione da 414 firme sottoposta alle tre amministrazioni investite del problema -: si tratta solo di spostare un palo della luce e cambiare la forma della grande aiuola spartitraffico, da triangolare a rotonda. Tutto è praticamente già predisposto. Un intervento banale».

Eppure, siccome le amministrazioni da mettere d’accordo sono tre, e nel frattempo l’ente competente, la Provincia, è andato in pensione, sicché sul panorama amministrativo si stanno appena affacciando le Uti, la pressante richiesta è finita nel dimenticatoio. «Leggo che siccome sono state raccolte 400 firme il “pilo” tornerà in piazza - prosegue Ambrosino -, me ne compiaccio, ma anche per la rotatoria sono state raccolte 414 sottoscrizioni presentate ai sindaci e nulla si è mosso. Altran aveva avviato qualcosa, infatti sono stati fatti dei rilievi, poi però non se n’è più saputo nulla e con la partenza delle Uti si è bloccato tutto». «Non mi capacito - aggiunge -: ’sti politici faranno tante cose buone, ma proprio quelle che servono no. Non si rendono conto che prima o poi qui ci scappa di nuovo il morto?». L’incrocio, che coincide coi confini di tre Comuni, è considerato “maledetto” da chi vive nei pressi, poiché i sinistri si ripetono a cadenza allarmante: sei morti dal ’79 a oggi e un numero di incidenti di cui ormai si è perso anche il conto.

La temporanea modifica da parte dell’amministrazione di Staranzano alla circolazione, con l’introduzione di un senso unico nel primo tratto di via Dobbia e deviazione sulle vie Faidutti e Filzi non ha sortito l’effetto sperato, anzi ha peggiorato la situazione visto che con una certa frequenza, come sostenuto da chi nell’area gestisce attività commerciali, i conducenti di mezzi percorrono il tratto contromano, distratti o incuranti del divieto d’accesso installato. Inoltre l’imbocco sulla provinciale da via Filzi assicura una visibilità sulla strada che, a molti, pare peggiore rispetto a quella già non ottimale del quadrivio dell’acquedotto. Così per la manovra di svolta a destra, in direzione Ronchi, bisogna apporre il doppio della cautela, dal momento che chi giunge da La Rosa percorre spesso l’arteria a velocità sostenuta. «Ho interpellato tutti i sindaci chiedendo un incontro - racconta Ciro Rotolo, marito della titolare della pescheria “Da Mariucci” -, ma solo con Marchesan, che comunque è stato evasivo, sono riuscito a parlare. Resto in attesa di risposta da parte di Vecchiet e Cisint. Oltre alla viabilità ci sono criticità legate alle attività commerciali: da quando la viabilità è stata modificata sia la pescheria sia “La Mela” e pure una vicina privata lamentano un minor numero di clienti. Meglio allora tornare alla situazione iniziale, tanto più che spesso si vede percorre la strada da auto in contromano: una cosa pericolosissima. Anzi, meglio sarebbe ottenere questa benedetta rotonda». Insomma, un punto sensibile. A riprova il fatto che gli allora fusionisti dem, nel tentativo di perorare la causa del maxi-Comune, proprio a quell’incrocio indirono una conferenza stampa e lo elessero a emblema dell’incomunicabilità tra enti. Magari, visti i mesi trascorsi e i nulli risultati sul fronte rotatoria avevano ragione.

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