Cividin Costruzioni addio. È fallimento

Il Tribunale sentenzia la fine del lungo percorso dell’impresa. Non è stato presentato un piano per l’accesso al concordato
Di Matteo Unterweger
Lasorte Trieste 21/12/10 - Assindustria, Donatello Cividin
Lasorte Trieste 21/12/10 - Assindustria, Donatello Cividin

Fallimento. Il Tribunale di Trieste ha scritto la parola fine sulla lunga storia della Cividin Costruzioni srl. Non è andato a buon fine, insomma, l’ultimo, estremo tentativo di salvataggio dell’impresa che fu di Mario Cividin: nel maggio scorso l’azienda aveva chiesto infatti l’ammissione al concordato in bianco, esprimendo in via formale la propria volontà di presentare un piano ai creditori. Il giudice Riccardo Merluzzi, all’epoca, aveva dato tempo sino al 30 giugno, nominando commissario l’avvocato Fabrizio Devescovi. Quella strada, però, non ha permesso alla società di uscire dal buio del tunnel in cui era finita, nonostante la proroga poi accordata sino al 29 settembre - su richiesta della Cividin Costruzioni - per la presentazione della documentazione. Nulla da fare, nessun piano. E la nuova e ultima pronuncia del Tribunale di Foro Ulpiano, dopo gli ulteriori passaggi obbligati, è stata purtroppo impietosa: fallimento e contestuale indicazione del curatore fallimentare, incaricato ora di verificare lo stato passivo e di liquidare l’attivo. Si tratta dell’avvocato Enrico Bran, informato dagli uffici di palazzo di giustizia nella mattinata di ieri. Il professionista, ieri stesso, ha preferito ragionevolmente non fornire alcuna valutazione: potrà farlo, in effetti, solo una volta esaminati documenti e numeri, e preso atto della situazione. Cosa tecnicamente impossibile a poche ore dalla designazione. Servirà qualche settimana per capire in maniera puntuale quale sia lo stato delle cose e a quanto ammonti precisamente il dissesto.

In merito ancora alla domanda di ammissione alla procedura di concordato di pochi mesi fa, questo passaggio era stato individuato così da bloccare le azioni dei creditori, esecutive e cautelari. La Cividin Costruzioni è stata però costretta ad alzare bandiera bianca. Donatello Cividin, cui l’impresa fa riferimento quale amministratore unico, ieri non è stato raggiungibile telefonicamente. Non era in sede, e il suo cellulare ha continuato a squillare a vuoto nel pomeriggio. Nella primavera scorsa, subito dopo la nomina del commissario giudiziale per il tentativo di concordato, l’avvocato veronese Nicola Maragna, che segue la Cividin Costruzioni nell’intera vicenda assieme al collega Giuseppe Giacon, aveva spiegato fra l’altro come il piano da presentare avrebbe riguardato «la dismissione di tutti gli asset della società». Un segnale di quanto la missione fosse in ogni caso complicata.

La sentenza di fallimento del Tribunale, in cui a seguire la questione sul versante dell’iter giudiziario viene delegato il giudice Daniele Venier, prende atto della situazione, cui si è evidentemente giunti per l’impossibilità di definire un progetto di ripianamento del debito. In precedenza, una volta scaduto il termine del 29 settembre, il Tribunale aveva dunque giudicato inammissibile il ricorso della srl e la relativa richiesta di ammissione al concordato. Nel contempo era stata fissata una nuova udienza di comparizione delle parti, nella quale sono stati proprio i rappresentanti della Cividin Costruzioni, alla presenza anche del pm Maddalena Chergia, a chiedere il fallimento, così da cautelarsi pure da risvolti penali considerato che le norme ora non prevedono più possa essere dichiarato d’ufficio il dissesto definitivo di un’impresa. Bensì, deve essere chiesto da un soggetto: in linea teorica il pubblico ministero, un creditore o, com’è avvenuto, il debitore. Si è così arrivati all’ultima tappa, la più dolorosa: quella in cui è stata pronunciata la sentenza di fallimento. Un’altra, l’ennesima, pesantissima botta per il settore dell’edilizia triestina.

La Cividin, negli anni, è stata titolare di cantieri di assoluto rilievo, cosa che ha anche permesso nel tempo di garantire lavoro - diretto e attraverso l’indotto - a migliaia di persone, non solo a Trieste e dintorni. C’è stata ad esempio la realizzazione delle Poste di Mestre e Padova. E ancora, ritornando nella provincia triestina, del complesso polifunzionale sempre delle Poste in via Brigata Casale, degli alloggi di servizio di Italposte in via Giulia (ubicati dietro il centro commerciale) e poi del depuratore di Servola, del park sotterraneo di Foro Ulpiano e del parcheggio interrato di campo San Giacomo.

La notizia della decisione di presentare domanda di ammissione al concordato preventivo da parte della Cividin Costruzioni srl era giunta sostanzialmente in parallelo, a inizio maggio di quest’anno, con quella analoga relativa a un’altra realtà cittadina storica sempre in campo edile: la Settimo Costruzioni Generali srl, con titolare Alessandro Settimo. Per ciò che concerne quest’altra partita, la procedura per il concordato è stata prorogata e il nuovo termine accordato da Foro Ulpiano scadrà fra un mese.

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