Dai laboratori agli aperitivi scientifici: l’Università di Trieste parla di clima ed entra in città
L’ateneo lancia Let’s Change!: a partire dal 3 settembre via a incontri e dibattiti aperti a tutti in varie sedi

L’Università degli Studi di Trieste lancia “Let’s Change! Il clima sta cambiando”, un progetto che vuole portare fuori dalle aule accademiche il dibattito sul cambiamento climatico, condividendo conoscenze scientifiche e stimolando allo stesso tempo riflessione critica, dialogo e partecipazione attiva. L’iniziativa nata all’interno del Dipartimento di Ingegneria e Architettura, e finanziato dall’Università nell’ambito dei progetti di Ateneo di Impegno Pubblico e Sociale – Terza Missione, con la collaborazione del Dipartimento di Scienze della Vita, si propone di avvicinare i cittadini a temi che riguardano direttamente la vita quotidiana: dalle mareggiate sempre più frequenti alle ondate di calore, fino all’impatto sulla salute e sul benessere psicologico.
“Let’s Change!” è stato presentato dalla rettrice dell’Università di Trieste, Donata Vianelli, che nella sua introduzione ha sottolineato: «Questo progetto va oltre la divulgazione e vuole creare un incontro con il territorio, oltre che un’occasione di ascolto della cittadinanza». Accanto a lei Paolo Gallina, direttore del dipartimento di Ingegneria e Architettura ed Elena Marchigiani, coordinatrice del progetto. L’idea di fondo è che il parlare di clima significhi parlare di cultura, società e stili di vita. Per questo il progetto non si limita a divulgare dati scientifici, ma cerca di costruire momenti di confronto. «Non si tratta di una lezione fuori dalle aule universitarie – spiega Marchigiani – ma di un percorso di co-riflessione con i cittadini su come governi, comunità e singoli possano contribuire con scelte concrete, dalle politiche urbane al cibo che portiamo in tavola».
A partire dal 3 settembre inizierà una serie di incontri, proiezioni di film e laboratori in diverse sedi della città, aperti a tutti. Le attività previste coprono diversi formati: ci sono i laboratori per le scuole, pensati per stimolare consapevolezza nelle nuove generazioni, e ci sono appuntamenti per il grande pubblico, come gli “aperitivi scientifici”, incontri informali nei caffè cittadini.
Il primo è in programma il 3 settembre al Caffè San Marco, dedicato a un tema molto sentito a Trieste, dal titolo “Tram, bus elettrici e trasporti alternativi”. Il 23 settembre, al bar libreria Knulp, “La città che ci soffoca e ci sommerge”, dove verrà affrontato il tema su come ripensare gli spazi urbani di fronte a eventi meteorologici estremi, con l’obiettivo di discutere soluzioni che non siano solo estetiche, ma di reale benessere collettivo. Il progetto include anche una rassegna cinematografica, in collaborazione con Cappella Underground: il 21 ottobre sarà proiettato Snowpiercer di Bong Joon-ho, allegoria distopica delle disuguaglianze prodotte dal climate change, mentre il 18 novembre sarà la volta di 2040 di Damon Gameau, che immagina un futuro sostenibile a partire dalle trasformazioni già in corso.
Accanto a questi appuntamenti più immediati, Let’s Change! propone uno strumento di ascolto: un questionario online (letschange.dia.units.it), in italiano e inglese, pensato per raccogliere opinioni, paure e priorità della cittadinanza. I risultati serviranno a orientare le attività future, rendendo la seconda fase del progetto costruita sulle esigenze reali della comunità. «Il titolo stesso del progetto - osserva Paolo Gallina - riflette questa filosofia. “Il clima sta cambiando” richiama l’urgenza della sfida, mentre “parliamone” è un invito informale, un’apertura al dialogo».
L’iniziativa «nasce infatti da un confronto diffuso tra ricercatori di discipline diverse, con l’idea di superare i confini accademici e sperimentare una comunicazione bilaterale tra università e società». Il cambiamento climatico non è solo una questione scientifica, ma culturale: «Per rendere il tema più vicino e stimolare la partecipazione dei cittadini, - aggiunge Marchigiani - abbiamo scelto di concentrarci su Trieste, così da avere ricadute reali e concrete sul territorio». Il progetto è pensato come una prova generale di un percorso che continuerà negli anni. «Sul sito - conclude Marchigiani - verranno pubblicati dei quaderni digitale con i risultati dei questionari e le sintesi degli incontri, per lasciare una traccia condivisa e una base per ulteriori sviluppi».
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