Cocaina dalla Slovenia Deste finisce in carcere

Diego Deste, 43 anni, il pescivendolo del Villaggio del Pescatore, il grande accusatore dell’ex capo della Squadra mobile Carlo Lorito (poi assolto fino in Cassazione e completamente riabilitato) è stato a sua volta arrestato per traffico di droga.
Deste - che nel 2008 era uscito di scena con un veloce e tranquillo patteggiamento a un anno - è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare del gip Guido Patriarchi emessa su richiesta del pm Maddalena Chergia ed è finito ai domiciliari in un centro di disintossicazione di Pescia, non lontano da Montecatini Terme. A suo carico i carabinieri di Aurisina hanno evidenziato una lunga serie di episodi di spaccio di cocaina. Tutti avvenuti dallo scorso mese di maggio e fino a giugno. Deste - secondo i carabinieri - acquistava la droga in Slovenia e poi la cedeva ai suoi clienti. Ogni due, tre giorni ha spacciato 500 euro di cocaina. Ma anche di più. Lo scorso 25 giugno era incappato in un posto di controllo dei militari che, dopo averlo perquisito, lo avevano trovato in possesso di quasi 5 grammi di “neve” purissima con i quali avrebbe potuto ottenere fino a 103 dosi.
Nove anni fa - come informatore accreditato della polizia nella stagione dei veleni - aveva detto: «La cocaina a Lorito la fornivo io». Aveva sostenuto che il funzionario di polizia si recava personalmente nella pescheria gestita dallo stesso Deste nel Villaggio del Pescatore e qui, sempre secondo quanto raccontato dal “superteste”, riceveva “omaggi” sotto forma di dosi di cocaina.
Insomma, lui e Lorito erano divenuti ormai “amici”, tanto amici per la polvere bianca. E c’era sempre lui assieme a Lorito in quella scena che in un primo momento era stata interpretata dagli inquirenti come se l’ex capo della Squadra mobile stesse sniffando coca all’interno della pescheria.
E ancora. Deste non solo usava sul tetto della sua vettura privata un lampeggiante della polizia e fermava talvolta altri automobilisti, ma aveva anche partecipato, assieme all’ispettore Alessandro Valerio della squadra mobile, ad almeno una perquisizione nell’ambito dell’inchiesta Lorito.
Nella prima fase dell’inchiesta all’epoca, era stato addirittura definito un testimone credibile e attendibile. Eppure Carlo Lorito aveva anche presentato un esposto evidenziando alcune circostanze - quantomeno singolari - che potevano rendere meno credibili le dichiarazioni del suo accusatore.
Aveva parlato di un interrogatorio negli uffici della squadra mobile in cui Deste era in condizioni alterate a causa dell’abuso di alcol. E accennato anche al fatto che certi interrogatori successivi erano avvenuti senza la presenza dell’avvocato anche se Deste era già formalmente indagato. (c.b.)
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