Code in Comune alla scadenza della mini-Imu

RONCHI DEI LEGIONARI. E’ stata la giornata del “giudizio”, quella di ieri, a Ronchi dei Legionari. Ben 750 famiglie hanno dovuto pagare la cosiddetta “mini Imu”, l’imposta che l’amministrazione comunale ha applicato tra le poche nel Friuli Venezia Giulia e unica nella provincia di Gorizia.
Anche quella “conclusiva” è stata una giornata di passione per l’Ufficio comunale tributi, che ha dovuto fare i conti con moltissime persone in fila agli sportelli per chiedere informazioni. Molti, infatti, si sono allarmati per non aver ricevuto a casa il bollettino con il quale effettuare il pagamento. Come ampiamente diffuso nei giorni scorsi, solo chi ha ricevuto a casa la missiva del Comune ha dovuto pagare.
Limitati, comunque, i disagi all’ufficio postale di via Fratelli Cervi, anche perché il bollettino si poteva pagare anche agli sportelli bancari, evitando così le lunghe e snervanti code che si formano in questi casi.
Ma la situazione di “confusione” che l’Ufficio tributi ha dovuto fronteggiare è stata determinata anche dalla Tares che, per quanto riguarda Ronchi dei Legionari, è stata già pagata entro il 31 dicembre, con ampio margine di “vantaggio” rispetto a tanti altri Comuni. Molte telefonate e richieste di assistenza sono arrivate anche agli uffici dei sindacati dei pensionati.
Tornando alla “mini Imu”, Ronchi dei Legionari è tra gli 873 Comuni italiani che dovranno fare in conti con la minore entrata garantita dallo Stato, data dalla differenza tra quanto previsto e quanto sarà ripianato in seguito alla mancata riproposizione dell’Imu sulla prima casa.
Ma Ronchi dei Legionari è, come detto, anche l’unica realtà dell’Isontino, e una delle poche nel Friuli Venezia Giulia, ad aver ritoccato l’aliquota che coinvolgerà pesantemente il commercio, l’artigianato e l’industria e, assieme a loro, coloro i quali posseggono una seconda casa.
«Abbiamo aumentato l’aliquota dallo 0,4 allo 0,43 per mille, ma ci sono stati altri Comuni che, a differenza di noi - ricorda il sindaco, Roberto Fontanot - lo hanno fatto già nel 2012 e che, sempre a differenza di noi, non sono impegnati a dare tanti e tali servizi a una comunità che ne è direttamente coinvolta e li apprezza».
Il massimo che i ronchesi, ieri, hanno dovuto pagare, ovvero lo 0,3 per mille, che è lo scarto tra la vecchia e la nuova Imu, si aggira sui 40 euro. Il primo cittadino sottolinea che il tutto nasce da un caos normativo a livello nazionale, sorto con il decreto del governo Monti che dava la possibilità di modificare l’aliquota sulla prima casa a tutti i Comuni, per far fronte ai minori trasferimenti dello Stato e delle Regioni. (lu.pe.)
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