Cok getta la spugna: «Un impegno gravoso»

Non esistono più i politici di una volta. Ma, soprattutto, non esistono più le condizioni per fare politica di una volta. Stefan Cok, segretario provinciale del Pd, lo ha realizzato appieno nei due anni di mandato finora assolti. E ha deciso di passare la mano. In «piena armonia», in un’atmosfera da «famiglia unita», senza polemiche, varie ed eventuali. In serenità, appunto.
Formalmente rimane pro tempore in carica, ma non per molto. Lo ha precisato nel corso di una conferenza stampa convocata sul tamburo anche perchè la voce non ha neanche avuto il tempo di essere metabolizzata dal partito, visto che l’ha formalizzata sabato nel corso di una riunione del direttivo provinciale.
Camarille interne o dissapori? Niente di tutto ciò. L’esponente del Pd, che non esce dal partito nel quale, anzi, «continuerò a lavorare, perchè non rinnego nè le mie idee nè il mio impegno» ha semplicemente maturato una scelta «dettata da «motivi personali e professionali, non politici». Rimarrà in sella fino alla nomina del sostituto che, si sono premurati di aggiungere lo stesso Cok e il segretario regionale del partito Antonella Grim, «non è stato ancora individuato, anche se non mancano certo le persone che possano aspirare a quel ruolo».
Il problema di Cok, dichiaratamente, è quello di poter coniugare il suo lavoro con l’impegno nel partito. Una doppia mansione che negli ultimi tempi deve essersi evidentemente rivelata come ingestibile. Cok, che ha appena 32 anni, intende lavorare di più «come storico, da ricercatore ancora agli inizi; il Pd è una grande comunità, un partito maturo, ma l'impegno è grande».
E, naturalmente, gratuito. Si sono praticamente estinti i professionisti della politica, a parte alcune eccezioni clamorosamente note, e lo Stato sta chiudendo i rubinetti che permettevano alle formazioni politiche di vivere, prosperare e fare attività e proseliti. Non ne ha fatto mistero, del resto, la stessa segretaria regionale del Pd, Antonella Grim.
Che ha ringraziato, sì, Cok per «coraggio, lungimiranza e lealtà» ma ha anche dovuto ammettere che ora «si apre un confronto per capire «quale classe politica vogliamo», visto che dal prossimo anno entrerà in vigore l'abolizione dei fondi pubblici ai partiti. «La sfida è ripensare alla nuova forma partito, considerando che non possono essere solo i ricchi o i pensionati a fare politica».
Ma neanche i giovani sottopagati, ovviamente, e questo con ogni probabilità imporrà un deciso dimagrimento a livello di iniziative, feste, congressi e quant’altro e, a meno di provvedimenti al momento non prevedibili, anche un rapporto con la politica che si avvicinerà di molto al volontariato. Gratis et amore.
La decisione del segretario provinciale, è stato confermato, è giunta inaspettatamente ed è stata comunicata al partito sabato scorso; le nuove consultazioni cominceranno da subito, anche perché nel 2016 si voterà per eleggere il sindaco di Trieste e il Pd non ha tempo da perdere. Cok, comunque, sembra sereno. «Non so quale consiglio dare a chi mi succederà - ha commentato - e non so neanche se si continuerà con la linea giovane instaurata col sottoscritto e anche con la Grim. Di sicuro posso dirgli, però, che deve sapere di poter contare su un partito che, anche in questa occasione, ha reagito con grande maturità, con la piena consapevolezza di quanto ci attende di qui al 2016. Un partito che fa sentire tutti come a casa, è la nostra casa comune».
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