“Cok”, il pm chiede il fallimento Concordato per la “Bruno sas”

Sbilancio di 3 milioni per la ditta di via S. Sabba con 40 addetti, in tempi stretti l’udienza in Tribunale L’altra società ha proposto di pagare il 35% ai creditori e entra con nuovo nome in una holding veneta

di Claudio Ernè

Appena salvata la “Diaco” con 58 posti di lavoro, si apre in città un’altra crisi, peraltro annunciata. È quella del mattone, delle costruzioni e delle grandi opere che segnano il passo. Mancano soldi, rallentano gli investimenti, aumentano i debiti e la crisi rischia ora di azzerare un’impresa di costruzioni, trasporti e movimento terra che dichiara di avere alle proprie dipendenze 40 addetti. La Procura della Repubblica ha chiesto il fallimento della “Cok & C. srl” con sede legale in via San Sabba 16 e sede operativa in strada per Basovizza 236. Ne è amministratore unico Maurizio Ivo Cok.

È anche emerso in queste ore che ha chiesto e ottenuto di essere ammessa al concordato preventivo la “Bruno Costruzioni sas”, che per qualche stagione ha rappresentato una meteora nel panorama dei costruttori cittadini. Splendeva alta nel cielo dell’imprenditoria e dello sport, forte di un rapporto privilegiato con i vertici del Comune e dell’AcegasAps; ora ha gettato la spugna, ha dichiarato di non farcela più e ha proposto ai creditori di pagare il 35 per cento di quanto loro spetta. Ciò che resta di questa società in accomandita semplice - di cui è stato leader Raffaele Bruno, già vicepresidente della Triestina targata Fantinel -, ora è entrata con un nuovo nome a far parte dell’impero della “Ghiaia di Colfosco spa”, una holding veneta di cui è punto di riferimento la famiglia Montesel.

Ma ritorniamo alla “Cok & C. srl”. Lo sbilancio che ha indotto il pm Federico Frezza a chiederne il fallimento è di tre milioni di euro. Quello della Diaco era di 20 milioni. L’azione del magistrato è stata resa possibile, in base alle nuova legge fallimentare, dal fatto che il Tribunale civile aveva segnalato sei giorni fa alla Procura lo stato di insolvenza dell’impresa. In totale si erano fatti avanti una quindicina di creditori che hanno avviato con i rispettivi legali altrettante azioni forzose.

Ma non basta. Una serie di artigiani, da lungo tempo in attesa di essere pagati, ha avviato fin dall’estate scorsa una serie di pignoramenti, coinvolgendo l’amministrazione comunale di Duino Aurisina per cui l’impresa Cok ha realizzato l’impianto fognario del Villaggio del Pescatore. «Un’opera da un milione di euro, realizzata benissimo da bravi operai», spiega il sindaco Giorgio Ret. Il sintesi, adempiendo a un ordine del Tribunale di Trieste, il Comune di Duino Aurisina ha pagato direttamente i creditori dell’impresa Cok che è rimasta così a bocca asciutta. «Mi spiace molto per ciò che sta accadendo - ha continuato il sindaco -. Tanta brava gente, competente e volenterosa, rischia di rimanere senza lavoro. La crisi si sta approfondendo, fortunatamente i lavori della fognatura del Villaggio sono ultimati».

L’udienza in cui il presidente del Tribunale civile Giovanni Sansone dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di fallimento avanzata dal pm Federico Frezza, verrà celebrata in tempi strettissimi, proprio per evitare che la crisi si approfondisca ulteriormente, rendendo impossibile anche un salvataggio parziale delle attività.

L’impresa negli ultimi anni si è segnalata per importanti lavori, svolti in tutta la regione, anche per conto della Protezione civile. Tra essi la sistemazione delle piste da sci dello Zoncolan, la rivisitazione di quelle del Monte Lussari, la manutenzione del torrente Rosandra nell’omonima valle.

La ditta Cok è stata fondata nel lontano 1957 dal Celeste Cok. Nel 1992 con l'inserimento dei figli nella società, la ditta ha assunto il nome di “Cok & C. srl” . All’epoca la sede operativa era in via dei Salici 1 ad Opicina. Pur mantenendo l’originale caratteristica di specializzazione nel movimento e nel trasporto terra, l'impresa ha maturato nuove esperienze nel campo delle costruzioni stradali e nei servizi di scavi. Ha spesso lavorato in subappalto per la Mari & Mazzaroli, I.C.I. Coop., Luci, De Franceschi. Ha anche lavorato per l’Alcatel e la Sirti sviluppando la propria esperienza nel settore delle infrastrutture interrate per le telecomunicazioni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo