Colpi sul Carso, identificate in due giorni 600 persone

Controlli straordinari dopo l’assalto alla villa di Borgo Grotta: ecco la polizia “speciale” da Padova
sterle trieste furti nelle ville del carso prepotto
sterle trieste furti nelle ville del carso prepotto

Duecento macchine fermate, 600 persone identificate, di cui una cinquantina, l’8,5% o giù di lì, con precedenti per droga o per reati contro il patrimonio.

Una percentuale che fa capire molto chiaramente come sia stata un’operazione, oltre che straordinaria, mirata, nel corso della quale la paletta non è stata esibita a caso, ma all’approssimarsi di auto più o meno “sospette”, per carrozzeria, per targa, per occupanti, per modo di comportarsi del conducente alla vista delle divise, e così via.

È questo, in sostanza, il bilancio di un’operazione di polizia, straordinaria appunto, disposta tra martedì pomeriggio e ieri mattina dal questore Giuseppe Padulano con controlli a tamburo sulle strade e sulle stradine del Carso, specie tra Sistiana e Opicina, lungo la “cintura” Nord di Trieste fino al confine e ai suoi ex valichi grandi e piccoli, «per dare - così si legge in un comunicato diramato nel pomeriggio di ieri - una risposta immediata ai fatti di cronaca che hanno interessato la zona dell'Altipiano triestino».

Fatti che, inutile girarci attorno, riconducono in particolare all’assalto spietato di metà settembre alla villetta isolata di Borgo Grotta Gigante, in cui sono stati picchiati e minacciati con una pistola due anziani coniugi da un commando di banditi a volto coperto a caccia di soldi e gioielli, trovati per la cronaca in scarsissima quantità.

Un assalto che, tutto considerato, da queste parti è inedito, e ricorda di più certe azioni criminali più frequenti in Veneto.

E non è un caso, quindi, che a questi controlli straordinari abbiano partecipato, oltre che gli agenti della locale Polizia di frontiera, soprattutto i loro colleghi del Reparto specializzato “Prevenzione criminalità” di Padova, «appositamente impiegato su richiesta del questore di Trieste», come recita ancora il comunicato di ieri pomeriggio.

Nel mirino della Questura -prosegue la nota ufficiale - è finito «il contrasto del pendolarismo criminale e dei reati predatori attraverso la predisposizione di posti di controllo da Sistiana a Opicina e lungo tutta la fascia confinaria con la Slovenia».

«Le informazioni raccolte - chiude il comunicato della Polizia di Stato - verranno utilizzate dalla Divisione anticrimine della Questura del capoluogo giuliano per l’eventuale adozione di misure di prevenzione nei confronti dei soggetti la cui presenza non dovesse risultare giustificata a Trieste, mentre la Squadra mobile potrà beneficiare di importanti spunti investigativi per lo sviluppo delle indagini nei confronti dei gruppi criminali dediti ai furti in abitazione».(pi.ra.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo