Comunità ebraica, Salonichio confermato

Alessandro Salonichio è stato confermato nel ruolo di presidente della Comunità ebraica di Trieste. I circa 520 iscritti alla comunità stessa sono stati chiamati di recente a votare il nuovo consiglio direttivo.
I neo eletti si sono già riuniti per eleggere a loro volta il presidente e decidere la suddivisione degli assessorati. Confermato il mandato a Mauro Tabor che manterrà la delega a cultura, museo e giovani, e a Davide Belelli che si occuperà di bilancio, finanze, amministrazione, delle questioni relative alla sede e alla colonia della comunità. E ancora a Nathan Israel con delega a istruzione e culto, ad Ariel Camerini con quella agli immobili, agli eventi e alla comunicazione e a Livio Vasieri con delega al cimitero di via della Pace, ai beni archivistici e librai. Volto nuovo del consiglio è invece l’avvocato Paolo Volli che si accinge a seguire le questioni legate al personale, al patronato e agli adempimenti normativi.
«Per me è un onore entrare da buon apprendista nel direttivo – dichiara Volli –, spero gli altri mi insegnino e mi aiutino a dare il mio contributo alla comunità». A Salonichio, la cui conferma al vertice della comunità era quasi scontata, spettano anche le deleghe relative alla sicurezza e ai rapporti con l’esterno. Vicepresidenti sono stati nominati Davide Belelli e Livio Vasieri.
Esce dal direttivo Alessandro Treves che aveva fatto parte anche di quello presieduto dal compianto Andrea Mariani. Al consiglio direttivo al quale si affianca anche il rabbino Alexander Meloni ma senza diritto di voto, spetta la gestione economica del patrimonio immobiliare della comunità, la conduzione di numerose attività e iniziative. Il direttivo si occupa, ad esempio, della gestione della monumentale Sinagoga di piazza Giotti, di quella del museo Carlo e Vera Wagner, dell’istituito comprensivo delle scuole ebraiche di Trieste “Morpurgo Tedeschi” e del centro estivo di via degli Alpini a Opicina. Intense anche l’attività culturale e l’organizzazione di iniziative tra le quali quelle inerenti le giornate della memoria.
Quest’anno, in occasione degli 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali annunciate in piazza Unità, sono state poste in città le prime 16 pietre d’inciampo, i blocchi di pietra ricoperti da una lastra di ottone in memoria dei deportati nei campi di sterminio. Sedici pietre dal forte impatto simbolico, quale monito a non dimenticare. Dal 18 novembre prossimo verrà invece allestita al Museo di via del Monte la mostra “Il 1938 a Trieste”, che nasce da una collaborazione tra il Museo, il Dipartimento di Studi umanistici dell’Ateneo, l’Archivio di Stato di Trieste e il Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano. La mostra sarà visitabile fino al 31 marzo del 2019. —
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