Comunità istriana al voto Biloslavo contro Braico

L’ingresso della Croazia nell’Ue e il ruolo del Web nella diaspora degli Esuli tra i temi dibattuti nell’elezione del nuovo presidente dell’associazione
Di Giovanni Tomasin
sterle trieste 09 02 09 cerimonia della comunità istriana in piazzale rosmini
sterle trieste 09 02 09 cerimonia della comunità istriana in piazzale rosmini

L’associazione delle Comunità istriane, la più antica e tra le più rappresentative realtà triestine degli Esuli, voterà oggi il suo nuovo presidente. Dopo dieci anni (due mandati e mezzo) di Lorenzo Rovis, si presenteranno all’assemblea generale i due candidati Franco Biloslavo e Manuel Braico: una prova di rinnovamento per un’associazione che deve confrontarsi con avvenimenti complessi come l’ingresso croato nell’Ue e il progressivo assottigliamento dei ranghi della prima generazione degli esuli.

Rovis lascia l’incarico con la certezza di aver accumulato un patrimonio che non verrà perduto: «La mia attività cessa per motivi statutari. Avremmo potuto cambiare le nostre regole, ma visto che ci sono membri del direttivo pronti a prendere le redini mi è sembrato giusto lasciare».

Secondo Rovis «i due candidati sono giovani e in sintonia con il lavoro fatto finora. Un’attività basata sulla memoria di quanto avvenuto, ma anche sul non esasperare toni e contrasti, e soprattutto sul comune amore per la terra istriana».

Biloslavo, 59 anni a maggio, è coordinatore dell’ufficio progetti in Fincantieri. Segretario della Comunità di Piemonte d’Istria dal 2000, da allora siede nel consiglio direttivo. «Il mio programma si chiama “Rigenerazione” - dice - perché fino a ora ho guardato al futuro e intendo farlo ancora. Il mandato del presidente si chiuderà nel 2017, a 70 anni dal trattato di pace: è evidente che il mondo è cambiato, dobbiamo pensare a qualcosa di nuovo, capace di coinvolgere le nuove generazioni».

Da qui un programma di attività con le scuole e di contatti con le realtà degli italiani in Istria: «Nel rispetto delle sensibilità di tutti, è importante essere presenti con la nostra storia nella nostra terra». Importante per Biloslavo il ruolo del Web nel connettere comunità fino a ora lontanissime.

Braico, 54 anni, è responsabile dell’area cokeria della Ferriera di Servola. È attivo nell’associazione, con vari incarichi, dal 1979: «Sono nato nel campo profughi di Padriciano - sottolinea -, ho provato sulla mia pelle il significato dell’esodo. Ora l’allargamento dell’Ue apre nuove speranze per un riavvicinamento dei nostri anziani alle proprie terre. E se le singole Comunità che compongono l’associazione vorranno stringere un rapporto con chi è rimasto, sarà una cosa da valorizzare».

Secondo Braico l’apertura dovrà esserci, seppur cauta: «Non possiamo dimenticare quanto successo. Non possiamo però nemmeno piangerci addosso: dobbiamo invece valorizzare la nostra storia: dovremo quindi impegnarci per una seria legge sui beni abbandonati, porre rimedio ai documenti degli esuli che ancora portano la dicitura “Jugoslavia” e lavorare per il museo dell’Irci».

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