Proteste dopo il concerto a Gorizia: capienza ridotta, l’ira degli esclusi
L’assessore ai Grandi eventi Cagliari: «Ci scusiamo con chi è non è potuto entrare, non ci aspettavamo così tanta gente»

Una città trasformata per una serata davvero speciale. Ma non per tutti. Chi ha potuto assistere al concerto di Gabry Ponte, J-Ax, Rocco Hunt, Sarah Toscano, Mr Rain, Marvin And Andrea Prezioso e Francesco Renga riporrà questo grande evento nel libro dei ricordi più belli. L’evento ha dimostrato che, anche a Gorizia, si possono far esibire artisti di livello.
Ma, come in tutte le belle storie, c’è anche il lato B, quello brutto, quello delle furiose polemiche che corrono sul web. Già, perché in tanti sono rimasti fuori dai cancelli. Piazza Vittoria ha raggiunto il limite della capienza: 5 mila spettatori. E, per motivi di sicurezza, si è deciso di bloccare il flusso. Secondo alcuni, almeno un migliaio di persone è rimasto a becco asciutto.
Secondo l’amministrazione comunale, invece, alla fine sono stati 350 coloro che non sono potuti entrare perché altre persone in fila sono state fatte defluire gradualmente nell’area della festa. Ed è così che, oggi, i commenti di chi ha assistito al concerto sono, a dir poco, entusiastici. Diametralmente opposti i post e gli interventi di coloro che sono rimasti fuori dai cancelli.
L’assessore comunale ai Grandi eventi Luca Cagliari spiega i motivi che hanno portato a “contingentare” gli ingressi. «Le cause sono esclusivamente di ordine pubblico. Cinquemila presenze era la capienza prevista dal Piano della sicurezza che è stato redatto nei giorni passati. In realtà, ma lo dico sottovoce, siamo andati anche un po’ oltre, superando le cinquemila presenze in piazza».
Ma non sono stati, forse, sottovalutati la portata dell’evento e i nomi degli artisti? Più di qualcuno, alla vigilia, aveva suggerito di utilizzare il piazzale della Casa Rossa, assai più ampio e già testato, con successo, in occasione dei concerti targati Capitale europea della cultura.
«Abbiamo scartato la Casa Rossa per i costi legati alla sicurezza che sarebbero aumentati a dismisura, considerata l’ampiezza e considerata anche la presenza dell’ex valico confinario a due passi. Ritenevamo ideale piazza Vittoria perché è in centro, è il salottino della città, è più raccolta e quindi controllabile dalle forze dell’ordine e molto più funzionale per le riprese televisive visto che Radio 102.5 ha mandato in diretta l’intera serata che ha proiettato nuovamente il nome di Gorizia in tutta Italia».
D’accordo, ma non era difficilissimo immaginare che gli artisti sul palco e il battage pubblicitario avrebbero portato, qui, persone da tutta la regione e anche dalla Slovenia, come puntualmente è avvenuto. «È chiaro che con il senno di poi è facile arrivare alle conclusioni. Sicuramente, non ci aspettavamo un afflusso di pubblico così consistente».
«Questa – annota ancora Cagliari – era la prima volta, dopo tantissimi anni, che proponevamo un concerto di questo tipo a Gorizia. Dovevamo calibrare tutto. Ed è chiaro che faremo tesoro di quanto è successo affinché non tornino a ripetersi fatti simili. Ci scusiamo con chi è rimasto fuori ma non si poteva fare diversamente».
Al di là delle polemiche, Cagliari parla di «ottimo risultato» perché Gorizia ha messo in mostra, ancora una volta in quest’anno speciale, «il suo volto migliore». Un capoluogo che è vivo, è vivace e vuol scrollarsi di dosso l’etichetta di città-dormitorio dopo i successi della Capitale europea della cultura 2025.
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