Concorso “comprato” Dottoressa condannata

Favoritismi per l’accesso alla scuola di specializzazione in Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva nell’anno accademico 2011/2012. Riconosciuta la piena responsabilità penale del professor Pier Camillo Parodi, 56 anni, docente universitario, direttore della Clinica di chirurgica plastico-ricostruttiva dell'Azienda ospedaliera universitaria “Santa Maria della Misericordia” di Udine nonché della Scuola di specializzazione (di cui è capofila l'ateneo di Padova), e della dottoressa triestina Daria Almesberger, 33 anni.
Il Tribunale di Padova, presidente Nicoletta De Nardus, ha condannato a un anno e quattro mesi il professor Parodi e a un anno e due mesi la dottoressa Almesberger. A entrambi è stata anche inflitta l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena, sia pure con la concessione della sospensione condizionale.
Entrambi erano imputati per il reato di concorso in abuso d’ufficio, mentre il professor Parodi doveva pure rispondere di falso. Il Tribunale ha accolto in sostanza la richiesta del pubblico ministero Sergio Dini, che aveva chiesto la condanna a due anni e due mesi per il docente e a un anno e quattro mesi per la dottoressa specializzanda, al termine di una requisitoria durissima. «È prevalso il principio “vinca chi ha i soldi”» aveva sostenuto il magistrato, precisando che «l'unica cosa certa in questo concorso è che non è stato premiato il merito».
Secondo la ricostruzione della pubblica accusa, la giovane dottoressa si sarebbe “comprata” il posto nella scuola di specializzazione grazie a una sponsorizzazione del padre, imprenditore nel settore delle apparecchiature laser (all’epoca era amministratore e socio di Sercotec srl).
La normativa consente di aumentare il numero dei posti nelle scuole di specializzazione attraverso fondi erogati da enti, come fondazioni, o da soggetti privati, come imprese: così la giovane Almesberger avrebbe garantito il finanziamento del posto in più che intendeva conquistare, aggiunto nella graduatoria degli specializzandi da ammettere.
Gli investigatori avevano registrato ben undici contatti tra la dottoressa e il professor Parodi nel breve arco di tempo dal 6 all’11 giugno 2011, i giorni in cui si stava svolgendo la selezione dei candidati: il pubblico ministero Sergio Dini non ha esitato a definire quel rapporto «esclusivo».
Oltre alle intercettazioni telefoniche, c’è anche un video realizzato dalla Guardia di finanza l’11 giugno 2011. Un video nel quale si vede il professor Parodi consegnare alla neolaureata di un plico al bar Beethoven di Udine: secondo la pubblica accusa il plico cconteneva le 19 tracce predisposte per il concorso. In più, in quell’occasione il professore avrebbe fornito consigli su come finanziare (e “prenotare”) il posto in più.
Non basta. Parodi, membro della commissione giudicatrice, si sarebbe anche assentato nel corso della riunione svoltasi a Padova il 7 giugno 2011: eppure nel verbale che documentava l’incontro risulta la sua firma. Nessuna preoccupazione: la sua “protetta” era in una botte di ferro e lui era impegnato tra «Udine e Pordenone dove aveva le proprie attività professionali... più lucrose rispetto al ruolo di commissario» aveva concluso il pubblico ministero
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