Condannato il rapinatore dissanguato dai casinò

Inflitti due anni e mezzo all’autore del colpo in banca a Ronchi. Aveva agito mostrando una finta bomba. Metà del bottino perso durante il tentativo di fuga
Altran Monfalcone-09.06.2011 Rapina-Banca di Credito Cooperativo-Ronchi dei Legionari-Foto di Katia Bonaventura
Altran Monfalcone-09.06.2011 Rapina-Banca di Credito Cooperativo-Ronchi dei Legionari-Foto di Katia Bonaventura

di Franco Femia

RONCHI

Ha patteggiato 2 anni e 6 mesi di reclusione il romano Marco De Clemente, 40 anni, autore il 9 giugno scorso di una rapina alla filiale di Ronchi della Banca di credito cooperativo di Staranzano e Villesse. E resterà in carcere. La pena inflitta, concordata tra i difensori Lucia Galletta e Sascha Kristancic e il pm Michele Martorelli, è il minimo previsto per un reato come rapina aggravata a mano armata.

Il tribunale (presidente Trotta, a latere Miele e Russo) ha anche disposto la restituzione alla banca dei soldi rapinati, si tratta di banconote da 50 e 20 euro per un totale di 2.350 euro. Si tratta della somma trovata in tasca a De Clemente quando è stato arrestato dalla polizia pochi minuti dopo aver effettuato il colpo. Per De Clemente, dopo il carcere, lo attende anche una cura disintossicante in una struttura di Mestre, che aveva già frequentato in passato, per cercare di affrancarsi dal vizio del gioco d’azzardo. Sì, perché il romano è finito nei guai dopo che i casinò di Nova Gorica lo avevano prosciugato lasciandolo letteralmente in brache di tela. In due mesi di permanenza nelle sale da gioco dei casinò sloveni si era mangiato la bellezza di 80mila euro e quasi tutti al black-jack dopo che all’inizio era stato incoraggiato da vincite ottenute al poker.

Era rimasto senza un soldo e “per sopravvivere”, avrebbe escogitato il piano per rapinare una banca. Da Nova Gorica era giunto a Ronchi e si era presentato alla filiale della banca di credito cooperativo di via Dante. E che il quarantenne romano non fosse un rapinatore professionista lo si era capito subito. Non solo per quella fin troppo artigianale bomba realizzata con della plastilina alla quale aveva attaccato dei fili elettrici per spaventare i dipendenti dell’istituto di credito, ma anche per come si è comportato dopo la rapina. Ha arraffato dalla cassa qualcosa come 5mila euro in banconote da 20 e 50 euro, ma più delle metà le ha perse all’interno della banca mentre fuggiva andando a scontrarsi con un cliente che stava entrando.

De Clemente era fuggito a piedi cercando di nascondersi dietro un cespuglio vicino alla stazione di Ronchi Nord, che pensava di raggiungere per prendere il primo treno in transito. Quando è stato preso dai poliziotti in tasca aveva poco più di 2mila euro. Ma forse gli bastavano per ritornare a Roma e vivere un po’ di giorni o forse per ritornare sui tavoli da gioco e tentare ancora una volta la fortuna. L’arresto ha messo fine a tutti questi progetti e per ora lo attende un periodo nel carcere di via Barzellini, a Gorizia.

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