In Aula a Trieste salta l’ora delle interrogazioni: «La giunta risponda sull’ovovia»

Prima seduta dopo i verdetti del Tar: centrodestra assente nella prima parte. La variante scompare dall’ordine del giorno. L’opposizione: «Ora fermare l’opera»

Francesco Codagnone
Il sindaco Dipiazza fra i banchi dell’opposizione si rivolge al consigliere Laterza Foto Andrea Lasorte
Il sindaco Dipiazza fra i banchi dell’opposizione si rivolge al consigliere Laterza Foto Andrea Lasorte

Il centrodestra non commenta le sentenze del Tar, la variante “Accesso Nord” scompare dal calepino di convocazione, manca la giunta e le interrogazioni saltano.

Il Consiglio comunale torna in Aula dopo quasi due mesi di pausa, e la linea dei partiti di maggioranza è chiara: non parlare della cabinovia, non sbilanciarsi su eventuali resistenze dinanzi al Consiglio di Stato, né sul nodo dei finanziamenti “a rate” che rischiano di bloccare il bilancio comunale. Riprendere i lavori da dove si erano interrotti.

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Un rendering della cabinovia di Trieste

Nei due mesi di inattività, però, molto è cambiato, e la tensione è palpabile. I verdetti del tribunale amministrativo hanno annullato le procedure ambientali di Vinca di III livello e Vas, due atti fondamentali senza i quali il progetto non può andare oltre.

La variante urbanistica è improcedibile e, dopo aver impegnato i consiglieri per undici estenuanti sedute, il testo non compare più tra le delibere all’ordine del giorno. Regione e Comune devono ancora studiare la strategia – ripetere le procedure, fare appello o, caso estremo, rinunciare a tutto – e, fino a quel momento, tutte le comunicazioni sulla cabinovia sono ridotte a minimo.

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Un residente a rischio esproprio dindica il punto dov’è previsto passi la cabinovia (Silvano)

L’agguato delle opposizioni era prevedibile, ma i margini per affrontare il tema dell’impianto a fune sono assottigliati. All’ora di attualità si presentano solo quattro consiglieri di maggioranza e due assessori (Caterina de Gavardo e Maurizio De Blasio, entrambi di Fratelli d’Italia) e così tutte le interrogazioni depositate dal centrosinistra saltano.

I lavori sono sospesi e riprendono un’ora dopo, con gli argomenti all’ordine del giorno: prima dell’audizione della garante dei diritti dei detenuti Elisabetta Burla ci sono il conferimento della cittadinanza onoraria al Comando militare Esercito Fvg e il bilancio consolidato 2024, delibera a firma dell’assessore Everest Bertoli (tutto approvato). Ed è qui che, per quanto l’argomento non fosse all’ordine del giorno, l’opposizione prende parola e solleva infine il tema dei temi.

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Il prototipo della cabinovia presentato in piazza della Borsa (Silvano)

«Neanche la decenza di rispondere con un sì o un no a due semplici domande: il Comune intende fare ricorso sulle sentenze del Tar? Intende ritirare la variante?», stuzzica il capogruppo del Pd Giovanni Barbo, che poi rincara: «La città è in mano ai turisti, le opere di pubblica utilità sono ferme, l’asilo di Roiano pronto da oltre un anno è chiuso e l’unica cosa su cui il sindaco continua a spendersi è l’inutile cabinovia, sulla quale sono già stati buttati via tanti soldi dei triestini».

«Una maggioranza che sta litigando su tutto, cassonetti e chioschi inclusi, è ormai incapace di guidare la città come essa meriterebbe», annota Paolo Altin di Punto franco. «La giunta è evidentemente allo sbando e scappa da qualsiasi tipo di confronto: abbia almeno una volta un minimo di dignità, abbandoni l’incubo dell’ovovia, chieda scusa ai triestini per il tempo e i soldi persi, e vada a casa», arringa Riccardo Laterza di Adesso Trieste, convinto che «chiunque verrà dopo questa amministrazione dovrà costruire sulle macerie di scelte politiche sbagliate e di un rapporto completamente compromesso con la cittadinanza».

«Questa amministrazione ha capito finalmente l’inutilità di questo progetto e vuole cominciare a dedicarsi alle priorità che interessano ai triestini?», chiede quindi il dem Francesco Russo rivolgendosi all’Aula. «Invece che continuare a chiedere a Salvini i soldi che lui continua a promettere ma sostanzialmente a non dare, il sindaco e il presidente Fedriga – incalza il dem – gli chiedano di nominare il nuovo presidente del Porto. Se non se ne sono accorti il Molo VII ha perso il 50% dei traffici e questa, non l’ovovia, è la priorità dell’economia triestina». —

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