Consultorio senza una senologa L’opposizione:«Va ripristinata»

In un pullulare a Monfalcone di coccarde rosa per sensibilizzare i cittadini e promuovere la prevenzione dei tumori al seno nel mese dedicato alla cura del carcinoma solo femminile, l’ultimo Consiglio comunale ha visto anche, nella fase del question time, la perplessità dell’opposizione sull’eliminazione, ormai da mesi, di un servizio tanto immediato quanto prezioso: la possibilità di poter disporre, all’interno del Consultorio dell’ospedale San Polo, di una senologa. Per l’esame immediato di eventuali noduli mammari attraverso la palpazione e poi il rimando diretto alla Radiologia: il tutto senza necessità di impegnativa del medico, ma solo previo appuntamento telefonico.
«Senza nulla togliere alla campagna di sensibilizzazione – ha chiarito nel question time Cristiana Morsolin, consigliere della Sinistra – trovo grave la sospensione di questo servizio che favoriva un accesso diretto anche da parte di quell’utenza non raggiunta dallo screening oppure di donne lavoratrici, le quali spesso non trovano il tempo per recarsi dal medico di base per l’impegnativa e necessitano di canali, in un tema così importante, immediati».
Già a maggio Morsolin si era fatta portatrice dell’istanza e l’assessore ai Servizi sociali Michele Luise, in aula, aveva in sostanza replicato che, nonostante la sospensione di quel servizio, esistevano strumenti adeguati per una celere presa in carico di tutti i casi di sospette neoplasie alla mammella. «Mi fa piacere che ci sia la possibilità delle visite – prosegue Morsolin –, ma resta un dato di fatto che quell’apprezzata attività, condotta fino a dicembre scorso da un’ottima senologa poi entrata in quiescenza, non è stato più ripristinato». Per l’esponente dell’opposizione è dunque «il caso di insistere» ed esercitare il dovuto pressing con l’Azienda sanitaria.
Luise non nega che «la dottoressa Giuliana Battigelli prestava certamente un servizio eccellente, gratificante per lei e l’utenza», ma «all’interno della struttura sanitaria non è venuto a cadere nulla, in termini di efficacia nella risposta, diagnosi e tempi, per i pazienti: è tutto sotto controllo». Tale figura professionale aveva attivato «uno sportello che faceva anche da tramite con la Radiologia», pertanto i casi sospetti venivano immediatamente indirizzati dal professionista per lo svolgimento della mammografia; tuttavia l’esperta risultava incardinata al Consultorio e al suo pensionamento non c’è stata sostituzione.
«Senz’altro costituiva un fattore utile – ancora l’assessore –, ma ciò non significa che non esistano canali altrettanto validi, anzi nel momento in cui l’Azienda sanitaria si è dotata di uno specifico piano di terapia e cura del tumore alla mammella in pratica l’attività dello sportello è stata “assorbita”. È possibile infatti, per tutte le donne che riscontrano un sospetto nodulo, rivolgersi all’ambulatorio chirurgico per un accertamento immediato, con l’esame in Radiologia, e al gruppo senologico di Gorizia per un supporto». Inoltre sempre stando all’assessore le donne che prima passavano per lo sportello del Consultorio non sempre afferivano alle strutture sul territorio, ma si indirizzavano magari a Udine o presso altri distretti. Ora invece il percorso agevola il raccordo tra la Chirurgia e gli altri ambiti.
«A ogni modo – conclude – è sempre meglio rivolgersi al medico di base per una prima valutazione, il quale, in caso di urgenza, indirizza la paziente al Pronto soccorso per una risposta immediata o, attraverso l’impegnativa, alla radiologia per un tempestivo esame, con la presa in carico della donna, entro dieci giorni, sotto ogni aspetto». —
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