Contrappasso per il macello e lo stabilimento si allarga

L’annuncio dell’investimento di Friulia in Biolab è arrivato a margine della visita da parte del presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, e della numero uno della finanziaria regionale, Federica Seganti, al più recente dei tre stabilimenti su cui può contare oggi l’azienda goriziana, l’ex macello nella zona industriale di Sant’Andrea, acquisito nel 2017, che dal prossimo lunedì sarà oggetto di nuovi lavori di ristrutturazione. L’intervento, il cui importo si aggira intorno al milione di euro, riguarderà circa un terzo dell’area dello stabilimento, che si estende in tutto su una superficie di 3 mila metri quadrati.
I lavori saranno orientati all’adattamento degli ambienti del vecchio macello che entro il febbraio 2020 andranno a ospitare tutte le linee di produzione di Biolab, compresa la sala destinata alla pastorizzazione, oggi divise tra Sant’Andrea e i due capannoni ancora attivi a Montesanto.
La storia di Biolab inizia nel 1991 nella prima storica sede in località Casermette, non distante dal confine con Salcano, in quella che sedici anni più tardi sarebbe diventata via Vegetariani, toponomastica inaugurata nel 2007 proprio in omaggio all’attività di Santinelli. Da allora la crescita è stata continua, fino alle necessità maturate negli ultimi anni di ampliare l’area di lavoro, prima acquisendo un secondo capannone sempre a Montesanto, e successivamente spostandosi nella zona industriale di Sant’Andrea. «Il pensiero che una banda di vegetariani trovasse sede in un vecchio macello era irresistibile» racconta Santinelli.
A trasloco terminato, il primo capannone di Montesanto sarà completamente dismesso, mentre nel secondo saranno mantenute le linee di produzione a base di tofu e seitan. Oggi, la produzione di Biolab viene commercializzata anche attraverso altri 2 marchi di proprietà, Liveg e Una Rosa di Sapori, che racchiudono al loro interno anche prodotti derivanti dalla trasformazione di prodotti dop del Friuli Venezia Giulia come il Montasio, le mele Julia e la Rosa di Gorizia, inseriti nel circuito di Eataly. —
A.C.
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