Contro lo sciopero precettati in blocco i lavoratori del Cie

GRADISCA. «Lo sciopero del 21 “non s’ha da fare”, almeno stando al comportamento tenuto in queste ore dalla direttrice del Cara e al silenzio della prefettura». Lo scrive in una nota la segreteria...

GRADISCA. «Lo sciopero del 21 “non s’ha da fare”, almeno stando al comportamento tenuto in queste ore dalla direttrice del Cara e al silenzio della prefettura». Lo scrive in una nota la segreteria Fisascat Cisl di Trieste-Gorizia. Dopo lo stop della Commissione di garanzia che ha fatto slittare lo sciopero di Cie e Cara al prossimo 21 marzo la direttrice del Centro di accoglienza per i rifugiati avrebbe affisso la lista dei nomi dei dipendenti ritenuti in servizio per la giornata di venerdì. «Guarda caso – commenta la segretaria Fisascat Cisl Elisa Miani – tutti i lavoratori della struttura». Per la categoria cislina e per la Funzione Pubblica di Cgil e Uil si tratta di una pura violazione del diritto di sciopero, che non può assolutamente passare sotto silenzio. «Così come non può essere accettato – rincara Miani – il silenzio della prefettura che non ha ancora risposto, malgrado siano scaduti i termini, alla nostra lettera di precettazione allo sciopero. La situazione per i lavoratori di Cie e Cara è insostenibile - commenta ancora la segretaria della Fisascat Cisl – per gli arretrati dei pagamenti e per le procedure del tutto anomale con cui la Connecting People sta portando avanti la gestione delle strutture, ovvero sulla base di un concordato in bianco».

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