Convalidato l’arresto dell’avvocato Pahor

Dopo due ore di camera di consiglio il giudice Russo ha disposto la remissione in libertà Martedì forse il patteggiamento. Legale protagonista di una rissa in un bar

Due ore. Tanto è durata ieri al Tribunale di Gorizia la camera di consiglio del giudice monocratico Nicola Russo che ha confermato l’arresto dell’avvocato goriziano Davide Pahor, disponendo nel contempo la remissione in libertà.

Pahor dopo la rissa di sabato al bar Venezia Giulia è accusato di resistenza a pubblico ufficiale, minacce e ingiurie. Il legale di Pahor, Eleonora Sponza del foro di Trieste, ha chiesto e ottenuto il cosiddetto termine di difesa previsto dall’articolo 108 del Codice di procedura penale (il difensore dell'imputato o quello designato d'ufficio che ne fa richiesta ha diritto a un termine congruo, non inferiore a sette giorni, per prendere cognizione degli atti e per informarsi sui fatti oggetto del procedimento).

L’udienza è stata fissata per martedì prossimo alle 10.30. In quell’occasione la difesa di Pahor potrebbe chiedere l’accesso ai riti alternativi. Sostiene l’accusa la pm Valentina Bossi .

Davide Pahor, 44 anni, si è presentato in aula in pantaloni bianchi e camicia azzurra. È apparso sereno e in una pausa dell’udienza si è avvicinato ai carabinieri intervenuti per fermarlo e sembra aver chiesto loro scusa. L’avvocato goriziano ha trascorso le ultime ore in stato di fermo in una cella di sicurezza del comando compagnia dell’Arma. Durante l’udienza, che si è tenuta a porte chiuse nell’aula dell’ex Corte d’Assise, si sono udite urla provenire dal cortile del Tribunale. Probabilmente si trattava di un congiunto dell’indagato. L’uomo ha poi lasciato il Palazzo di Giustizia.

Pahor potrebbe dover rispondere anche del reato di violenza sessuale (ai danni della cameriera del bar) ma in questo caso il procedimento prenderà le mosse solo su querela di parte.

Sabato Pahor, assieme a un amico, è arrivato verso le 18 al bar di via Campagnuzza e si è messo dapprima a discutere con il titolare, Cristian (un giovane polacco che da alcuni mesi ha rilevato la gestione del bar). In quel momento l’esercizio pubblico era affollatissimo: nel cortile interno, era in corso di svolgimento la festa di compleanno di un’amica del gestore, alla quale partecipavano una trentina di persone. A un certo punto, in base alla ricostruzione dei fatti, il legale – che appariva in stato di alterazione alcolica – ha cominciato a inveire un po’ contro tutti, rivendicando la sua “italianità” e gratificando con epiteti non propriamente edificanti il personale del locale, fra cui le due giovani bariste. In particolare, l’avvocato se l’è presa con una di queste, apostrofandola più o meno così: «Tu hai sedici anni, non lo sai che i minorenni non possono fare questo lavoro? (in realtà la ragazza di anni ne ha 23, ndr)», mettendole quindi le mani addosso – le ha procurato dei lividi a una mano – e toccandole il fondoschiena.

A questo punto il titolare del bar ha chiamato i carabinieri, che sono intervenuti immediatamente sul posto con due macchine. L’avvocato, comunque, ha continuato a dare in escandescenze scagliandosi anche contro i militari dell’Arma, che hanno faticato non poco per immobilizzarlo e ricondurlo alla ragione.

La giovane barista si è fatta accompagnare al pronto soccorso per farsi medicare la mano. È stata giudicata guaribile in 4 giorni. L’avvocato Pahor ha lo studio in via De Gasperi.

Ieri in Tribunale erano presenti anche i due esercenti del bar Venezia Giulia che tuttavia non sono stati sentiti dal giudice.

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