Convegno a Gradisca: la medicina del lavoro collabori di più con le aziende

GRADISCA. Quasi 50.000 malattie professionali denunciate all’Inai intutta Italia, 1.500 in Friuli Venezia Giulia di cui il 20% nell’Isontino, questi i numeri del rischio per la salute che colpisce i...

GRADISCA. Quasi 50.000 malattie professionali denunciate all’Inai intutta Italia, 1.500 in Friuli Venezia Giulia di cui il 20% nell’Isontino, questi i numeri del rischio per la salute che colpisce i lavoratori ogni anno; numeri, tra l’altro, in aumento soprattutto per effetto di nuove patologie che si riscontrano per l’introduzione di nuove sostanze o metodi di lavoro non sempre corretti che determinano problemi osteoarticolari o stress. Se da una parte il numero degli infortuni è in calo, le malattie professionali oggi sono in aumento e forse sono anche sottostimate, questo il commento preoccupato del dottor Finotto responsabile della Medicina del lavoro dell’Azienda sanitaria isontina nel suo intervento al convegno organizzato da Aurea Professional e AiFOS a Gradisca con il patrocinio di numerosi enti e istituti regionali e di quello degli ordini e collegi professionali. La speranza che le aziende investano nella prevenzione prima che succedano gli infortuni o le malattie professionali, piuttosto che sperare che non succeda e spendere poi in risarcimenti, è stato l’auspicio del responsabile regionale Inca Claudio Ceron che ha sollecitato tutti ad essere attori nelle azioni della sicurezza sul lavoro piuttosto che comparse come capita in troppi casi. L’avvocato Cattarini, da parte sua, ha insistito in più occasioni sull’ancora troppo elevato rischio di contrarre malattie sul posto di lavoro, come la sortità o le malattie polmonari (compreso quelle collegate con l’amianto). Cattarini si è detto convinto che oggi, con tutte le leggi e le conoscenze che abbiamo, il “rischio zero” di contrarre le malattie è possibile, però questo obiettivo potrebbe essere completamente raggiunto se i tecnici e i medici del Servizio di medicina del lavoro più che fare i controllori si ponessero nell’ottica di aiutare le aziende nella gestione delle iniziative di sicurezza. Avere a posto le carte, è quanto ha sostenuto l’onorevole Brandolin difronte ai numerosi partecipanti al convegno, oggi in Italia sembra più importante che fare le cose concrete. Gli imprenditori hanno l’impressione che chi controlla si preoccupi di più delle questioni formali che degli interventi concreti e questo modo di fare va sicuramente contro le azioni concrete della prevenzione. (l.m.)

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