Coop operaie, parte “il piano B” «Sì alle sinergie, no alle fusioni»

Per mettere un freno alla crisi del carrello con quel rosso da 7 milioni e 876 mila euro che piega il bilancio, le Cooperative operaie sono pronte a varare un “piano b”. Un asse con l’Adriatico, innanzitutto, per creare economie di scala nella gestione degli acquisti. E poi, annuncia il presidente Livio Marchetti, un’ampia manovra sul personale con operazioni di «mobilità volontaria», possibili ammortizzatori sociali in futuro e blocco parziale delle assunzioni. Non si esclude l’ipoteca degli immobili. Per incoraggiare il prestito dei soci si punta, invece, ad alzare il tasso di interesse oggi al 2,50. Non dovesse bastare, Marchetti è pronto a farsi da parte.
Il bilancio segna una perdita di quasi 8 milioni. Cominciamo dalle cause.
E’ chiaro il problema della crisi, la poca disponibilità monetaria della gente. Pur aumentando i soci diminuisce il valore dello scontrino: le persone comprano le cose fondamentali. Avevamo fatto un piano industriale che prevedeva nel 2014 un’inversione di tendenza, ma la caduta degli acquisti continua.
Come intende tamponare il rosso, visto che si è già fatto ricorso a plusvalenze immobiliari e finanziarie?
Con questo nuovo cda avevamo deciso di rendere trasparente il bilancio con le condizioni reali dell’attività. Per metterlo a posto c’era la possibilità di “addomesticarlo” con la rivalutazione di immobili che noi abbiamo ancora al valore storico. Abbiamo ritenuto invece di arrivare a fine del 2014 applicando economie.

Prima va ricordato però che nel 2012 era stato promesso un pareggio di bilancio nel giro di tre anni. Ce la farà?
Non credo, ma avremo un’inversione di tendenza perché puntiamo a sviluppare nuove azioni per dimezzare, a fine 2014, la perdita attuale.
Come esattamente? Mette mano ancora al patrimonio?
Non vogliamo alienare completamente il patrimonio societario, ma teniamo presente che i nostri immobili sono scevri da ogni ipoteca o altro. E’ chiaro che potremmo anche ricorrere a questi sistemi, cioè ipotecare e avere liquidità. Ma a noi interessa il dato economico dell’azienda.
Quindi?
Siamo stati da sempre indipendenti e isolati nei confronti del sistema cooperativo, ma a questo punto abbiamo trovato un meccanismo: pur mantenendo l’autonomia delle Cooperative, puntiamo ad accedere alle attività di quel mondo per giungere in modo uniforme all’approvvigionamento delle merci.
Come?
Aderendo al distretto Adriatico (Accda, ndr) che, sul piano della logistica e dei trasporti, già fornisce la possibilità di accedere insieme al fornitore. In sostanza si va a comprare la merce con le altre cooperative dell’Adriatico. Si fa massa, anche perché chi acquista di più ha più sconti da parte dei fornitori.
Quanto inciderà questo?
Tre milioni di euro l’anno.
E poi?
E’ stato concordato con i sindacati un sistema di mobilità volontaria per i dipendenti. Finora il risultato non è stato quello sperato: si pensava a 35 persone ma sono andate 16. E abbiamo ridiscusso la parte integrativa dei contratti.
Questo quanto vale?
Tra i 2,5 e i 3 milioni l’anno.
Si toccano anche gli straordinari dei dipendenti?
Li limitiamo al massimo. E comunque, in generale, abbiamo cercato di uniformare i contratti “ad personam”, gli orari e abbiamo agito sui trasferimenti interni.
Sarà sufficiente? O prevede licenziamenti?
Non si incide sul personale, ma nei prossimi anni cercheremo di accedere agli ammortizzatori sociali.
Non assumerete più?
Per festività e ferie cerchiamo di riprendere chi ha già lavorato con noi per dei periodi. Ricordiamo però che abbiamo in programma nuove aperture e sicuramente lì assumeremo.
Dove non si assume più allora?
Nella parte amministrativa, mentre su quella operativa e commerciale il discorso è aperto.
Come contiene le spese?
Abbiamo chiuso diverse società collegate. Su 12 siamo rimaste con 3 operative.
Si prevede una fusione con Coop Nord-Est?
Non è nemmeno nella loro politica assorbirci.
Altre operazioni in vista?
Per poter avere più liquidità pensiamo di alienare il negozio di Fiume.
Per quanto riguarda i prestiti dei soci invece?
Sul prestito sociale intendo alzare la percentuale del tasso.
Ha la copertura?
Per legge è garantita dal patrimonio.
Al di là della “crisi del carrello”, lei si rimprovera qualcosa?
Ho sempre cercato di favorire i soci e i consumatori: se un negozio non rende, ma dà un servizio al rione, si conserva l’attività.
Lei intende restare in carica?
Se all’interno della Cooperativa c’è gente preparata Marchetti non è un problema. Sono pronto a farmi da parte.
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