Cormons città bio per attirare fondi Ue

CORMONS. A Cormons un biodistretto capace di attrarre finanziamenti europei per sviluppare agricoltura e allevamenti rispettosi dell'ambiente? È il progetto a cui sta lavorando il Comune e che si può dire abbia avuto il primo step l'altro pomeriggio con una conferenza in Enoteca alla quale hanno partecipato diversi soggetti riconducibili a questo obiettivo o che stanno già vivendo positivamente l'esperienza dei biodistretti. L'evento, convocato dal Comune, ha infatti riunito tra gli altri la Regione (presente l'assessore all'Agricoltura, Cristiano Shaurli), il Consorzio Collio e rappresentanti istituzionali di realtà del Piemonte dove questi progetti sono da tempo una realtà, che ruota attorno all'associazione Città del Bio.
«La volontà è quella di promuovere un'agricoltura e un allevamento dai sistemi rispettosi per l'ambiente tramite appunto questa possibilità data dai biodistretti, realtà promossa dall'associazione Città del Bio, collegata a quella delle Città del Vino di cui Cormons fa già parte - spiega l'assessore al Turismo, Elena Gasparin - l'obiettivo è quello di valorizzare le produzioni bio e i territori che fanno a meno dell'uso dei pesticidi e chimica nell'agricoltura, con un occhio di riguardo anche alle aziende che allevano il bestiame rispettando l'ambiente, esempi che nella nostra zona non mancano di certo. E poi vogliamo implementare la possibilità di avere mense a chilometro zero, e puntare sulla ricerca in questi campi in cui l'attenzione all'ambiente è primaria».
Creare insomma a Cormons una sorta di piccolo pianeta bio è possibile, e ha il grande vantaggio che potrebbe avere anche la strada spianata verso finanziamenti non solo regionali, ma addirittura europei: «Basti pensare che la Regione per il 2017 ha stanziato 15 milioni di euro su progetti riguardanti il biologico - aggiunge Gasparin - questo dà l'idea esatta dell'attenzione che gli enti superiori al nostro oggi danno a questo sistema. Ora dovremo lavorare per capire in quale modo rendere realtà il progetto di un biodistretto sul nostro territorio: se farlo rientrare in un perimetro meramente municipale oppure se allargarlo ad altre realtà a noi limitrofe. Sicuramente è però una strada che vogliamo percorrere. Esempi qui nella nostra regione ce ne sono già: è il caso del biodistretto di cui fa già parte Corno di Rosazzo. Incontri come quelli svolti lunedì in Enoteca servono proprio al confronto tra le varie esperienze in merito».
Biodistretto è, secondo le definizioni che ne danno gli addetti ai lavori, quel territorio vocato al biologico nel quale agricoltori, cittadini e amministratori pubblici di fatto stringono un patto per la gestione sostenibile delle risorse secondo i principi non solo dell'agricoltura biologica, ma anche dell'agro-ecologia. E il primo passo svolto l'altro giorno a Cormons tra enti pubblici, consorzi e associazioni che si occupano di questo tema va sicuramente nella direzione di rendere il territorio del Collio a vocazione agricola ancor più rispettoso dell'ambiente: un'altra carta da giocare sul tavolo della candidatura Unesco.
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