Cormons, il piano rumore “salva” la zona industriale

Il Comune accoglie le richieste dell’opposizione e inserisce nella zona di tolleranza anche quelle aziende che rischiavano di dover cessare l’attività

CORMONS. Il Comune di Cormons ha ampliato l'estensione dell'area acustica 6, quella con massima tolleranza, a quasi tutta la zona industriale. L'indice sonoro più alto possibile è stato quindi permesso su quasi l'intera area, facendo quindi rientrare anche alcune aziende che dal piano acustico redatto ad inizio anno ne sarebbero state escluse. «Abbiamo accettato l'ipotesi di portare l'indice acustico più elevato anche in parti della zona industriale limitrofe a quelle già individuate con questo parametro, di modo da venire incontro alle esigenze delle aziende che vogliono insediarsi in quel sito o che già operano nella suddetta area» evidenzia l'assessore all'ambiente Elena Gasparin. C'è dunque il lieto fine su una vicenda che aveva scatenato polemiche, con l'opposizione Udc che aveva sollevato la problematica di come un indice acustico troppo basso per le esigenze produttive esistenti potesse danneggiare l'attività di diverse imprese operanti nella zona industriale. In particolare a battersi a favore dell'allargamento della zona acustica 6 era stato il consigliere di minoranza Roberto Felcaro, che aveva ottenuto all'epoca l'ok dalla maggioranza di risedersi al tavolo delle trattative per ridiscutere i limiti del piano. Felcaro: «È una vittoria nostra, dell'opposizione, perché siamo stati i primi a far presente della necessità di allargare l'area interessata dall'indice più elevato. Durante l'ultimo consiglio comunale l'amministrazione Patat ha quindi confermato di aver dato l'avvio all'iter procedimentale per apportare al Pac quelle modifiche necessarie per garantire alla zona industriale di Cormons di rientrare in zona acustica 6. Questo significa che oggi chi svolge attività industriale a ciclo continuo non avrà più nessun problema nell'adeguamento ai limiti di legge ma non solo: quelli che volessero in futuro ingrandirsi ed implementare la propria attività o investire in una nuova attività entro i limiti concessi dalla zona 6 potrà farlo senza gli ingenti costi di adeguamento acustico a cui oggi sarebbero sottoposti. Certo l'amministrazione sarebbe dovuta partire con questo iter molto prima e non dopo appena tre mesi dall'approvazione del Pac». In ogni caso, Felcaro auspica che questo risultato «serva a salvaguardare la possibilità delle aziende locali di trovare un'ulteriore motivazione per radicare ancora più profondamente la propria produzione nella nostra zona industriale».

Matteo Femia

Riproduzione riservata © Il Piccolo