Cormons, iniziata la demolizione dell’ex caserma

CORMONS. I I lavori all'ex caserma Giovanni Amadio sono iniziati. L'impresa che si è aggiudicata l'appalto per la demolizione dei sei ettari e mezzo nei quali si trova l'ex sito militare, la Ici di Ronchi dei Legionari, ha infatti provveduto nei primi giorni della settimana a portare i propri macchinari sul posto, procedendo da martedì con i primi abbattimenti: non ancora di manufatti, ma degli alberi che dal progetto è previsto che vengano rimossi. Si tratta, come è stato visibile ieri nel corso di un sopralluogo svolto dal sindaco Luciano Patat in compagnia del vicesindaco Alessandro Pesaola (che in gioventù proprio all'Amadio aveva svolto un anno di naia), di arbusti e alberi cresciuti in modo incontrollato un pò ovunque in questi 15 anni di chiusura della caserma, anche a ridosso di muri delle strutture in procinto di essere abbattute.
Come gli stessi operai hanno poi spiegato agli amministratori comunali nel corso della visita, in contemporanea con l'operazione di smaltimento degli alberi e della legna, si sta procedendo con la rimozione da tutti gli edifici di porte e finestre rimaste, dividendo i rifiuti nelle varie tipologie: vetro, legno, ferro, lamiera. Solo una volta completata questo censimento, si partirà con l'abbattimento anche delle strutture, iniziando da due manufatti in ferro presenti al centro dell'area ex militare. Sarà quindi pian piano abbattuto tutto: «I lavori dovrebbero terminare entro la fine di agosto - commenta il sindaco Luciano Patat - ed una volta spianata tutta l'ex Amadio il volto di Cormons cambierà del tutto». Una posizione condivisa dal vicesindaco Pesaola: «Arrivando a Cormons dal sottopasso Saldarini si potrà finalmente ammirare il monte Quarin in tutta la sua bellezza: sarà un biglietto da visita notevole per la città». La scelta operativa di partire con l'abbattimento degli edifici interni per poi demolire solo alla fine anche le mura esterne è stata studiata a tavolino. «Abbiamo deciso di partire dal centro della struttura - spiega l'assessore ai lavori pubblici Paolo Nardin - in modo da evitare di dover spendere soldi e tempo con ordinanze che interessino il perimetro dell'Amadio rendendo la vita difficile a pedoni ed automobilisti. Le mura esterne saranno l'ultima cosa che sarà abbattuta della caserma. Prima saranno rase al suolo le strutture che ricoprono i sei ettari e mezzo dell'area». Resteranno in piedi, come noto, solo la Palazzina Comando su viale Roma e uno dei due dormitori che si affacciano sulla piazza d'Armi. Non si salverà null'altro: «Pian piano sarà demolito tutto: finalmente i lavori sono partiti e recheranno meno disturbo possibile alla città - aggiunge Nardin - perché si opererà soprattutto all'interno delle mura dell'Amadio». Sarà abbattuta anche la cappella militare, un piccolo edificio del tutto in rovina ed ormai irrecuperabile. Sorgerà però poi, una volta raso tutto al suolo, il problema della manutenzione delle due strutture che resteranno in piedi: durante il sopralluogo nell'area dell'ex Amadio infatti si sono notati pezzi di lamiera caduti nel tempo dal tetto della palazzina dormitorio. Trattasi di piccole parti, ma che possono essere assai taglienti e pericolose se precipitano addosso ad una persona. E considerando i parcheggi e le strade che saranno realizzate nei pressi, si apre un capitolo nuovo: quello della sicurezza. "E davvero una volta di più non si capiscono i motivi di certe scelte fatte dalla Sovrintendenza - aggiunge il sindaco Luciano Patat , la quale ha preteso che la palazzina dormitorio resti in piedi pur essendo un enorme ed inutile rudere: ci deve spiegare come possiamo rendere sicura quest'area se esiste un manufatto del genere che cade a pezzi sulle strade circostanti. Qui si rischia l'incolumità delle persone solo perché qualche dirigente si è incaponito a lasciare in piedi una struttura abbandonata, del tutto inutile e senza alcun pregio architettonico, ma che rischia di essere un enorme pericolo per coloro che transiteranno in quest'area". Tra polemiche e sopralluoghi, in ogni caso si chiude così una storia che dura da anni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo