Cormons tra ieri e oggi

CORMONS. Come è cambiata urbanisticamente Cormons nell’ultimo secolo? Lo fa una mostra organizzata dall’Associazione Società Cormonese Austria e che sarà inaugurata sabato nelle sede di via Matteotti. L’abbiamo visitata in anteprima: un viaggio attraverso le fotografie di un tempo confrontate con quelle di oggi che illustrano visivamente i mutamenti avvenuti e anche la differente interpretazione urbanistica.
C’è anche la dimostrazione di come uno scempio avvenuto negli anni Cinquanta in piazza Libertà oggi non sarebbe possibile. Partiamo proprio da piazza Libertà, cuore pulsante della cittadina ma anche fonte anche oggi di forti polemiche. Due immagini, che riportiamo, illustrano come era fino a metà anni Cinquanta e come è ora. Per ampliare la piazza viene abbattuta la chiesetta di Sant’Antonio, abbattuta la facciata di palazzo Cumano–Perusini ora Unicredit, con lo smembramento del giardino retrostante per realizzare via Cumano. Vengono demolite le casette che si trovavano all’angolo tra le vie Udine e Friuli (ex Caffè Roma) per far posto al primo grattacielo: l’altezza è modesta ma grande è l’impatto. Siamo agli inizi degli anni Sessanta e si dà il via a una serie di palazzoni da via Friuli a via Zorzut per finire di via Ara Pacis. Si voleva dare una immagine moderna di Cormons fin dall’entrata. E fortunatamente, si può affermare ora, non ebbe seguito il progetto di realizzare una nuova strada che dal duomo portasse direttamente alla stazione ferroviaria. Forse di quel progetto è rimasta la sola via Cumano.
Una visione completamente diversa da come la videro gli urbanisti tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, periodo che segnò il vero sviluppo urbanistico di Cormons, come testimoniano le foto della mostra appartenenti alla collezione privata di Giovanni Battista Panzera, che ha anche curato la rassegna.
All’inizio del Novecento gli amministratori pubblici volevano dare a Cormons un futuro urbanistico da città. Erano persone che avevano viaggiato, frequentavano le principali città dell’Impero e d’Europa. Avevano avuto modo di conoscere i nuovi movimenti artistici, ingegneri e architetti che progettavano case e palazzi secondo le nuove tendenze. Le foto ci mostrano il nuovo Albergo della Meridionale realizzato vicino alla stazione della linea ferroviaria Udine-Trieste. L’albergo (oggi Old stagione bar), il Leon Bianco e la Locanda ai Due Fratelli offrivano un adeguato servizio di ospitalità. Viene inaugurato il nuovo ospedale dedicato a Francesco Giuseppe. Nel 1903 viene edificata la scuola Vittorino da Feltre con un ampio parco ora parco dei poeti. Nello stesso anno viene allargata l’attuale piazza 24 Maggio con l’acquisto e demolizione dei ruderi di casa Deperis distrutta da un incendio. Ed ecco il teatro realizzato nel 1908 al posto delle fatiscenti casupole.
Non manca l’edilizia privata che contribuisce a rimodellare la struttura urbanistica di Cormons: si possono osservare Villa Matilde vicino all’ospedale, Villa Naglos-Mucelli (Villa Italia) e Villa Cabassi-De Senibus (villa Lucia) nel borgo dei Frati. Nel ventennio tra le due guerre non ci furono grandi cambiamenti se non il recupero di edifici distrutti o bruciati dagli Arditi nella ritirata di Caporetto. Abbiamo la Banca Cooperativa di Gorizia, poi Cassa di risparmio, al posto delle case Pizzecco e Tess in piazza Libertà.
Ma ci sono state anche demolizioni. Viene abbattuto il vecchio convento di Rosa Mistica e sostituito con un anonimo edificio rivestito in mattonelle. Si disse che bisognava allargare via Gorizia ma l’allargamento ha interessato solo la parte conventuale. Spèarisce villa Ieronutti (ex Casa Balilla), residuo del vecchio convento dei Cappuccini. al suo psoto sorge la scuola Nievo. Per esigenze di sicurezza viene demolita la vecchia stazione ferroviaria sostituita da un anonimo edificio “moderno” necessario alla realizzazione del raccordo ferroviario Cormons–Redipuglia, il raccordo fantasma mai portato a termine. Si abbatte la vecchia caserma austriaca per un parcheggio e un colonnato del quale non si è ancora capita la funzione e davanti al quale qualche turista tuttora si fa il segno della croce.
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