Corsa a cinque per gestire l’Urban center
Partita da 5,2 milioni. Tra le candidature arrivate in Comune quella della cordata trainata da Tbs Group e Area di ricerca

Lasorte Trieste 17/03/17 - Edificio Corso Cavour 2/2
La
“pentafiche
”. Cinque le manifestazioni di interesse pervenute alla mezzanotte dello scorso lunedì al direttore dei Lavori Pubblici comunali, Enrico Conte: è il risultato della consultazione preliminare di mercato, lanciata dal Municipio per censire i possibili candidati a realizzare e a gestire la “casa delle start-up” in corso Cavour 2/2. Attività formativa, promozione, laboratorio: una sorta di vetrina, intitolata “Urban center”, dedicata all’innovazione nel campo della salute. Il Comune ha ottenuto 5,2 milioni, tra fondi europei e regionali, per sistemare all’uopo un edificio ricevuto dall’Autorità portuale, nel quadro dell’operazione Porto Vecchio, e situato in corso Cavour.
Come da premessa, cinque le risposte - senza alcun vincolo - all’invito comunale. La prima è una cordata composta da Tbs Group, Riccesi holding, studio Pierpaolo Ferrante, Facau (Giancarlo Cappellari), Biovalley Investment (Diego Bravar), fondazione Pietro Pittini .
La seconda proposta è stata presentata dall’Area di ricerca. La terza dall’associazione culturale Laby, presieduta da Gabriella Marra. La quarta a cura dell’architetto Agata Lacava, che aveva partecipato al concorso di idee per riqualificare piazza Sant’Antonio. Alla quinta hanno provveduto le associazioni “Progettiamo Trieste”, con la firma di Alessandro Tronchin, e “Agire”, con l’autografo di Domenico Maiello.
Gli uffici comunali procederanno all’istruttoria amministrativa e, possibilmente entro la fine del corrente mese, Conte vorrebbe presentare alla giunta il percorso da seguire, dai bandi al cronoprogramma. C’è un primo termine da rispettare: impiegare 200 mila euro entro il 31 dicembre 2018.
Da un primissimo sguardo alla griglia degli interessati, balza all’occhio il possibile “derby” pubblico/privato tra la cordata Tbs e l’Area di ricerca. Da quanto è dato sapere, la squadra Tbs avrebbe prospettato un’operazione “double face”: in prima istanza un intervento edile per sistemare l’edificio di corso Cavour, sul quale sarebbero disponibili 1,3 milioni provenienti dal Bic (vecchio finanziamento del Fondo Trieste) e una analoga cifra investita dalla cordata. In totale 2,6 milioni. Una volta compiuta la riqualificazione, entrerebbe in azione, per gestire contenitore&contenuto, un’associazione temporanea di scopo formata da Rete BioHighTech, Cbm, Confindustria, Camera di commercio, Fit, Itis, Mib, Ance. Uno sconfinato assortimento tra pubblico e privato, ricerca e industria, assistenza e costruttori. Pare che in un primo tempo fosse della partita anche il Bic, che però in extremis si sarebbe sfilato.
Per comprendere appieno l’operato del Comune, occorre ricordare che il finanziamento euro-regionale presenta un problema, cioè non copre le spese di carattere edile e la programmazione triennale municipale non contempla investimenti in corso Cavour 2/2. Per non trovarsi nella paradossale situazione di rinunciare a 5,2 milioni di risorse pubbliche, gli uffici comunali hanno pensato a un “project financing” che coinvolga realtà private. Entro giugno la giunta si esprimerà sull’iter da seguire. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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