Corsa ai cani di razza gratis. «Ma rifiutano i bastardini»

SAN CANZIAN D’ISONZO. Damiano Baradel è una persona schiva. Nel corso degli anni, e ormai ne sono trascorsi quasi 17 dalla nascita del Centro di recupero della fauna selvatica in difficoltà della Provincia di Gorizia nel terreno dell’azienda di famiglia a Terranova, nel comune di San Canzian d'Isonzo, Damiano ha sempre cercato di scansare il centro della scena. «L’attenzione spetta agli animali», ripete Baradel, che da sempre si è occupato di curarli, arrivando poi a una collaborazione formale con la Provincia e, da un paio d’anni, anche con la Regione per il recupero della fauna esotica (l’unico centro riconosciuto in Friuli Venezia Giulia).
La notorietà, però, spesso, gli è capitata fra capo e collo. Difficile sottrarsi quando tra i propri ospiti si ha un leoncino o un cammello, anche se poi a contare è la mole del lavoro svolto quotidianamente. Nel 2015 dalle strutture di Terranova e dalla cure di Damiano e dei suoi familiari, oltre che di un veterinario, sono passati 5.700 animali. Una cifra impressionante, dovuta all’aumento del numero degli esemplari autoctoni, che al Centro arrivano sempre più portati dai cittadini, e delle specie esotiche (soprattutto uccelli), frutto di sequestri e ritrovamenti.
La pressione sulla famiglia Baradel, però, in realtà aumenta quando si sparge la notizia che al centro sono arrivati dei cuccioli di cane oggetto di sequestro da parte delle forze dell'ordine. Per i 25 accolti a Terranova lo scorso mese, Baradel e i suoi familiari hanno ricevuto la visita di 150 persone e decine di telefonate. In questi giorni il centro sta vivendo le stesse scene, perché ora in affido ci sono altri 14 piccoli (11 di Carlino e tre femmine di bulldog inglese), cui sono giunti a fare compagnia altri sei bulldog francesi. «E scommetto che anche questa volta nessuno accoglierà l’alternativa di adottare un meticcio, già disponibile, sano, e comunque cucciolo», dice Baradel, scuotendo la testa.
«La volta precedente, su oltre 200 persone che si sono fatte vive, nessuno ha voluto accogliere a casa propria un cagnolino non di razza - spiega -. Avevamo spiegato che ce n’erano alcuni arrivati in zona dal Sud, dove sono stati salvati grazie all'impegno di una volontaria. Animali in salute e pronti a dare affetto, come quelli di razza. Eppure tanti ci danno come giustificazione all’interessamento ai cuccioli ritrovati con i sequestri quella di volersi prendere cura di un cane in difficoltà».
Come sono, in effetti, gran parte dei cagnolini transitati dal Centro (un migliaio in quattro anni), perché staccati troppo piccoli dalla madre, costretti a un viaggio sfiancante in condizioni inadeguate.

Nessuno lo sa meglio di Damiano, che accarezza Rufus, l'alano pure approdato a Terranova in seguito a un sequestro e ora diventato la mascotte del centro. «Poco dopo l’arrivo, pensavamo di perderlo», racconta Baradel, mentre guarda Pasquale, che pure “razzola” nel cortile della casa colonica che ospita il centro. Il bulldog inglese è andato in affidamento a due famiglie che l'hanno poi riportato a Terranova.
«Pasquale non trattiene le feci e quindi ora è con noi», spiega Baradel. I cani che vengono intercettati, accolti e sopravvivono sono comunque spesso degli animali “fragili” per le privazioni sofferte e che continuano a necessitare di cure anche negli anni a venire. Pasquale dal canto suo si gode il caldo sole autunnale, come fanno i venti cuccioli sistemati in due recinti nel giardino, sorvegliati a vista da un paio di esemplari di Gru coronate, figlie della coppia che da tempo ha casa nelle campagne del Basso Isontino.
Ogni tanto fa finta di azzuffarsi con Pedro, lui sì un meticcio doc, che nei suoi sette anni di vita ha avuto davvero altri singolari compagni di giochi, dal leoncino Simba a un esemplare di cinghiale. Pasquale comunque è andato a rimpiazzare Roscoe, un meticcio ritrovato a Marina Julia e morto lo scorso anno. La pattuglia di cani in dotazione al Centro rimane quindi formata da cinque componenti.
«Pensavo ci fosse più sensibilità e invece se dici che non sarà affidatario di un cucciolo qualcuno pure si arrabbia - afferma Baradel -. Non vorrei che quanto dico sia preso per moralismo. È che qua io e i miei ci siamo ogni giorno e ogni volta che proponiamo un “bastardino”, che ha bisogno di una casa come gli altri, ci sentiamo sempre rispondere di “no”. Non vorrei che alla fine la corsa sia solo per accaparrarsi un cane di razza in pratica gratis...».
Baradel non vuole entrare nel capitolo finanziario, ma finora per l’accoglienza e la cura non c’è mai stato alcun rimborso da parte dello Stato. Il Centro di solito chiede quindi agli affidatari un contributo minimo a copertura delle spese sostenute. Non tutti lo versano, però.
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