Cosolini rinsalda l’asse con i Russo boys «Caccia agli indecisi»

Todos caballeros! I veleni delle “primarie” tra Roberto Cosolini e Francesco Russo si stemperano davanti a un caffè al “San Marco” e alla comune considerazione che la città «non può permettersi di tornare indietro». Strette di mano, sorrisi per le telecamere e adelante, allora, che c’è da lavorare. L’occasione offerta dalla presentazione della “lista” inComune dei Russo Boys fa terra bruciata di un mese e passa di retropensieri. Nel nome del bene Comune, si può anche chiudere un occhio su qualche sgambetto di troppo...
E vai, allora, con la sfilata dei nomi: noti solo quelli del capogruppo Pd in consiglio, Marco Toncelli, e del suo vice, Aureo Muzzi. Meno noti gli altri, anche se in certi casi già attivi: Salvatore Dore, Antonio Guido, Liviana Penzo, Luca Bressan e i giovanissimi Alessia Milos e Alessandro Tronchin, rispettivamente 28 e 27 anni.
Russo, nella sua introduzione, è quasi torrenziale. «Non ci siamo risparmiati i colpi, è vero - annota - ma quella del Pd era e resta una coalizione seria, fatta di veri democratici. Diversamente spiegatemi la presenza di tanti giovani. Sono stati loro la più bella sorpresa delle primarie e un ottimo segnale per recuperare entusiasmo».
Le priorità programmatiche indicate da Russo sono quelle di sempre: si va da Miramare alla Sanità («che qui da noi resta eccellente, pur in mezzo a tante difficoltà»), dalla città metropolitana, ora oggetto anche di un’accattivante t-shirt, alla grande scommessa del Porto Vecchio e del rilancio del Porto Nuovo, «tutte cose pienamente recepite nel programma di Roberto».
Cosolini ascolta e annuisce. Poi, al momento di intervenire deve ammettere che «il più lo ha già detto Francesco». «Non avevo mai dubitato della sua lealtà e il risultato è che ci troviamo adesso una squadra ancora più convinta e più forte. Fatta in gran parte di giovani, è vero, ed è importante, anche per non dare la dimensione di una città dove si può solamente invecchiare». Cosolini invita i presenti a «conquistare gli incerti, i confusi, i perplessi e i delusi. Vinceremo perché Trieste se lo merita. E perché l’alternativa è un ritorno ai privilegi e alle consorterie, mentre noi, anche sulla città metropolitana partiamo su basi concrete, che prevedono tavoli immediati con i Comuni interessati e gli esperti».
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