Costa dei Barbari, il Comune contro degrado e abusivismo

L’assessore Cunja ha annunciato provvedimenti in quella parte di spiaggia “occupata” da manufatti in tronchi, immondizie e opere in muratura
Di Tiziana Carpinelli

DUINO AURISINA. «Via le favelas dalla Costa dei Barbari». Perché «parlare di striscia di litorale incontaminata quando invece vi sono simili strutture, orrende sotto ogni profilo, ambientale e paesaggistico, è un'evidente stortura». Lo sostiene l'assessore al Turismo di Duino Aurisina, Andrej Cunja, che sulla scia di alcuni allarmi circa recenti interventi di ruspe nell'area, scaturiti dai social network e poi risultati infondati, si è recato sul posto, costatando lo “stato di degrado di quei luoghi”.

Dove sono presenti manufatti in tronchi, sacchi di immondizia e perfino opere in muratura totalmente abusive, per le quali non risulta sia mai stata richiesta una concessione e che dunque non possono determinare un uso esclusivo del sito, perché non sarebbe corretto nei confronti della collettività. Insomma, per l'amministrazione Kukanja la Costa dei Barbari deve in quel tratto tornare accessibile a tutti e per questo è auspicabile «un'opera di pulizia, magari sotto la regia dell'ente locale, da parte degli stessi fruitori». Il Comune non vuole per ora forzare la mano, tuttavia le autorità competenti potrebbero anche decidere di disporre un'ordinanza di sgombero dei manufatti, ritenuti irregolari. Quanto alla questione del naturismo (da anni la zona è frequentata dagli habitué della tintarella integrale), secondo Cunja «purtroppo al momento la legge non consente siano create spiagge appositamente destinate a tal fine: solo in Emilia Romagna queste strutture risultano disciplinate».

Ma chiaramente nel futuro sviluppo della Costa questo tipo di ostacolo andrà superato, trovando una giusta formula per mantenere quelle comunità che fruiscono dell'area ormai da decenni. Nulla in contrario, dunque. Quanto ai recenti interventi segnalati, si sono concentrati sull'ultimo tratto, verso Trieste, del cantiere di Portopiccolo, che «ovviamente possiede tutte le autorizzazioni necessarie». In quella zona, stando a quanto asserito da Cunja, si procede alla sistemazione della linea di costa per creare il nuovo stabilimento balneare, di libera fruizione, che sarà pronto per l'estate. «Lì - sostiene - giungerà anche la strada di collegamento alla Costa dei Barbari, dove attualmente non c'è alcun cantiere, in quanto siamo ancora in fase di pianificazione del restyling».

L'amministrazione sta completando il progetto definitivo, che in sostanza ricalca la filosofia del preliminare, già presentato, per poi passare all'esecutivo e quindi alla realizzazione delle opere. Opere «che non consisteranno affatto nella costruzione di una passeggiata di collegamento tra Portopiccolo e l'ex Hotel Europa, ma solo nella trasformazione della vecchia camionabile costiera che collegava l'ex Cava Africa al pontile Kut, parzialmente crollato nel 2013, in un percorso ciclopedonale». Insomma, saranno recuperati i primi 200-300 metri dal confine della nuova cittadella turistica, con un potenziamento - alla luce anche di più approfonditi studi idrogeologici che hanno messo in luce l'instabilità del costone - dei paramassi. «Oltre a ciò – prosegue Cunja – ci sarà una nuova scala di collegamento al Belvedere, sfruttando il vecchio scivolo per massi che si trova sopra il pontile e sarà restaurato per consentirvi l'approdo di piccole imbarcazioni. Verrà inoltre demolita l'attuale discesa pericolante». La rimanente parte della costa, dal pontile Kut verso Trieste, non sarà toccata per mancanza di fondi. «L'intervento è importante – conclude Cunja -, anzi fondamentale in chiave turistica, in quanto va a riqualificare un luogo che oggi si presenta tutt'altro che incontaminato».

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