«Costi decuplicati per i soci e attività sociali azzerate Il sistema rischia il collasso
il colloquio
«Gli altri circoli della Lega Navale al momento dormono sonni tranquilli. Ma, visto che la norma riguarda tutti, arriverà anche per loro un brutto risveglio». Il presidente della Lega Navale di Trieste Pierpaolo Scubini ha una chat whatsapp con i colleghi di tutta Italia e al momento nessuno ha ancora compreso che lo spettro dell’accatastamento dei pontili in categoria D8 e l’obbligo del pagamento dell’Imu, non si materializzerà solo nel golfo giuliano, ma avrà ripercussioni anche nelle altre zone del Paese.
«I nostri tecnici - spiega Scubini - presenteranno tutti i documenti per sostenere l’accatastamento in categoria C4 (fabbricati e locali per esercizi sportivi, ndr). Diamo però per scontato che l’Agenzia delle entrate invece cambierà la scelta in D8 e quindi ricorreremo in Commissione tributaria per ottenere una interpretazione autentica che possa tutelare le nostre attività».
Il problema della modifica del tipo di accatastamento è legato ai costi di gestione e le relative accise da pagare. «Oggi - aggiunge il presidente della Lega Navale - il 99 per cento della nostra attività è basata sul volontariato e queste spese in più metterebbero in ginocchio tutto il sistema e il nostro movimento». Alle società nautiche sono spesso abbinate le scuole di vela, di canottaggio, di subacquea e di pesca sportiva, tutte attività che hanno consentito la nascita di una cultura marinara che a Trieste ha una lunga e importante tradizione che «verrebbe spazzata via, non solo la vela ovviamente ma tutte le attività che vengono svolte sul mare che hanno risvolti importanti anche in campo sociale».
«Se i pontili dovessero passare alla categoria D8 diventando commerciali - specifica Scubini - significa che ci sarebbero ulteriori spese come l’Imu e altre tasse. Francamente non saprei più che pesci pigliare per poter continuare le tante cose che facciamo a livello sportivo. In teoria - aggiunge il presidente - abbiamo anche l’abbattimento del canone ricognitorio (rappresenta la somma dovuta a titolo di riconoscimento del diritto di proprietà pubblica sul bene oggetto della concessione, ndr) del 50 per cento dall’Autorità portuale grazie all’affiliazione con le federazioni e con il Coni. Qualora non fosse più così ci troveremmo con un raddoppio immediato dei costi: sarebbe una batosta visto che saremmo costretti a duplicare i costi per i soci degli ormeggi».
Aumentare i costi per i posti barca avrebbe anche una ricaduta ovvia sui progetti futuri visto che, ad esempio, la Lega Navale ha avuto la concessione provvisoria per l’Antica diga. «Dove - spiega il presidente - vorremmo creare delle attività importanti dedicate ai giovani e alle persone diversamente abili. Qualora vi fosse il raddoppio dei canoni - conclude Scubini - tutto verrebbe messo in discussione e tutto verrebbe cancellato perché sarebbe insostenibile per noi. Un vero peccato anche per la città di Trieste e per gli sportivi». —
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