Cottur narra via Twitter il “Giro della Rinascita”

Sul social network un gruppo di appassionati fa “parlare” i protagonisti del 1946 Oggi il percorso virtuale della carovana in bicicletta fino a Trieste
Di Giovanni Ortolani

L'Italia nel 1946 è distrutta fisicamente e moralmente. L'Europa è appena uscita dalla seconda guerra mondiale. Ma per le strade della penisola si muove una colonna di uomini in bicicletta che porta ovunque festa, speranza e voglia di normalità: è il Giro d'Italia. Quello del '46 è passato alla storia come il Giro della Rinascita e il traguardo di Trieste fu una delle sue tappe più emozionanti. Momenti che in questi giorni rivivono su Twitter, grazie al progetto @giro1946.

Da poco più di un mese un gruppo di appassionati racconta giorno per giorno il percorso della carovana rosa. Gli scatti dei corridori e la cronaca della gara prendono vita sul web grazie alla velocità dei tweet e alle fotografie d'epoca. I momenti salienti della gara e le riflessioni dei suoi protagonisti appaiono su Twitter come rapidi dispacci di agenzia: una narrazione in tempo reale, come accadesse oggi. Le voci sono quelle dei campioni come Bartali, Coppi, Camellini e Ortelli. Per ognuno di questi corridori è stato aperto un account diverso, che con messaggi lunghi al massimo 140 caratteri racconta in prima persona impressioni, speranze e fatiche degli uomini prima ancora che degli atleti. E fra di loro non potevano mancare due grandi della Wilier triestina: Giordano Cottur (che twitta come @cottur1946) e Antonio Bevilacqua (@bevilacqua1946).

L'idea è nata da Francesco Cignini e Luca Faenzi, che con altri appassionati gestiscono i vari profili. Fra loro anche Alessandro Cargnelli, nato a Treviso ma triestino d'adozione, che twitta a nome di Cottur. «Il primo Giro d’Italia raccontato alla radio fu quello vinto dal Learco Guerra nel 1931», ricordano gli organizzatori: «Per seguire il Giro del 1946 in diretta usiamo Twitter. Vi immaginiamo in attesa della notizia e dello scatto, a tifare per il vostro campione, per tornare a vivere e festeggiare il grande Giro della Rinascita».

Lo scopo, più che raccontare un'epopea sportiva, è descrivere un contesto sociale e politico del tutto particolare. Per questo, per mesi gli organizzatori hanno battuto biblioteche, librerie e internet alla ricerca di testi storici e di giornali dell'epoca.

«Nato a Trieste nel 1914, ciclista professionista dal 1938. Dopo i duri anni della guerra, mi appresto a ben altre battaglie in sella alla mia Wilier Triestina!» è la biografia di Cottur. Il suo primo messaggio, di qualche settimana fa, è «che zima, a maggio, per allenarsi. Ma dopo la guerra sembra sempre che sia bel tempo. Anche la fatica, in bici, è più dolce». Si susseguono riflessioni e impressioni. Come «sgambata leggera attorno Trieste. Dall'alto le tensioni sembrano lontane. Mi chiedo come sarà quando il Giro entrerà in città il 30 giugno». Oppure «Che longhi qui a Trieste. C'è un'apprensione in questa vigilia di Giro che va oltre il fatto sportivo. Non so che ruolo avere come ciclista».

Ma non mancano scambi di battute con il suo compagno di squadra Bevilaqua. Il quale scrive: «La guerra quella vera è finita. La guerra, quella in sella, finalmente riparte».

Fra poche ore il Giro della Rinascita passerà per il capoluogo giuliano. Per seguirlo basta collegarsi all'indirizzo www.twitter.com/giro1946.

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