Crac Triestina, Pontrelli chiede tempo

TRIESTE L’agonia della Triestina si allunga. Marco Pontrelli chiede tempo. E incrocia le dita tentando di convincere il giudice Riccardo Merluzzi a concedergli altri due mesi di proroga.
Il presidente dell’Unione 2012 manda l’istanza proprio all’ultimo minuto del giorno clou, quando la Triestina è vicinissima alla linea del crac, con un piede già nella fossa.
Non tutto fila liscio: quell’istanza di proroga, che Pontrelli invia tramite l’avvocato Dario Lunder poco prima della mezzanotte di ieri, fa i conti con un improvviso black out della rete. E arriva sul tavolo del giudice soltanto a mezzogiorno. Ma tant’è.
Il presidente della Triestina, nella mail certificata giunta a destinazione con qualche difficoltà, spiega di avere bisogno di due mesi di tempo in più a causa del comportamento del commercialista che solo quindici giorni fa, ovvero un mese e mezzo dopo il provvedimento con cui il Tribunale fissava alla mezzanotte di ieri il termine ultimo per evitare il fallimento della società, lo ha scaricato di brutto mandandogli indietro tutte le carte. «Nel mese di novembre 2015 - scrive, testualmente, Pontrelli - il commercialista della società esponente (la Triestina, ndr) ha rinunciato al mandato per la tenuta della contabilità, attività assolutamente necessaria per la stesura del piano di concordato». Non basta. Il presidente, allo scopo di dimostrare di essere stato “liquidato” tanto brutalmente quanto imprevedibilmente, manda addirittura le mail dello studio professionale Boscolo & Partners a cui aveva affidato la tenuta dei conti dell’Unione Triestina 2012.
Ritrovatosi senza commercialista, insomma, Pontrelli non presenta un piano di concordato. Almeno per ora. E non allega alla mail inviata al magistrato nemmeno i documenti relativi alla proposta d’acquisto romana dell’Alimentare holding di Andrea Troiano o di qualche altra società più o meno temeraria visti i tempi. No, si limita appunto a chiedere una proroga: «In considerazione dei tempi necessari ed ipotizzabili per l’asseverazione del piano, considerato che la cessione delle quote societarie avverrà probabilmente entro le prime due settimane di dicembre, si ritiene che la liquidazione dell’attivo si possa certamente concludere entro il 29 febbraio 2016» afferma, nero su bianco, Pontrelli.
Ora la parola passa al giudice. Che farà? Concederà la proroga accogliendo l’accorata ma non certo tempestiva richiesta del presidente dell’Unione 2012? La decisione di Merluzzi si dovrebbe conoscere questa mattina dopo il deposito in cancelleria.
Di sicuro, però, nel caso in cui l’istanza non dovesse essere accolta, la palla passerà al collegio composto, oltre che da Merluzzi, anche dai colleghi Daniele Venier e Giulia Spadaro. Quel collegio dovrà esprimersi sulla richiesta di fallimento della Triestina presentata due mesi fa da una corposa pattuglia di creditori tra cui l’Acerbis, la società che nel 2012-2013 fornì l’abbigliamento alla squadra, l’ex tecnico Livio Lupidi e gli ex preparatori Massimo Leo e Luigi Turci.
Due le opzioni principali: il collegio potrà dire sì al fallimento aprendo la porta ai nuovi acquirenti, a partire dalla romana Alimentare holding che si è appalesata solo due giorni fa inviando una proposta allo stesso Pontrelli, oppure potrà accogliere una prevedibile nuova richiesta di proroga sempre da parte del presidente della Triestina.
Nell’istanza del presidente della Triestina, già in premessa, viene indicato un altro elemento fondamentale. Stavolta economico: la società acquirente delle quote societarie, si legge infatti nella mail, «provvederà al finanziamento idoneo a coprire le spese integrali del concordato con destinazione al soddisfacimento integrale dei crediti privilegiati e quello parziale (20 per cento) dei chirografari».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo