Cresce il Centro amianto: visite a quota 676 pazienti

Il Centro regionale unico amianto è inserito a pieno titolo nel sistema regionale sanitario. È ciò che ieri mattina, in occasione della presentazione all’auditorium del San Polo, la presidente Debora Serracchiani ha definito l’«epicentro» dell’approccio multidisciplinare e di raccordo volto a dare risposte concrete e personalizzate: «La forza del Crua - ha sottolineato - sta proprio nella sua integrazione nel sistema sanitario». Significa finanziamenti sicuri. Rientranti nei 100 milioni stanziati nell’ambito della prevenzione complessiva, poco più del 5% dell’intero budget sanitario regionale. Nella sala gremita dell’auditorium il direttore generale dell’Aas Bassa Friulana Isontina, Giovanni Pilati, il direttore sanitario aziendale Gianni Cavallini, Fabio Vassallo dirigente della Pneunmologia aziendale, e il vicedirettore del San Polo Michele Luise hanno illustrato i quasi 3 anni di attività del Centro e le prospettive. Assieme a numerosi sindaci, amministratori ed esponenti politici, c’erano anche i rappresentanti dell’Associazione esposti amianto, compresa una delegazione slovena, un segno tangibile della collaborazione transfrontaliera. Il Crua ha tutte le carte in regola per recitare un ruolo di riferimento. È un Hub, classificato come Struttura complessa dotata di piena autonomia, a fronte di un proprio primariato, e contempla una rete regionale i cui percorsi sono stati individuati. Nato con delibera di giunta regionale nel 2012, è operativo dal 1° giugno 2013. Parte integrante, ha evidenziato Pilati, nell’Atto aziendale dell’Aas Bassa Friulana Isontina. Il Centro si avvale oggi di un nuovo ambulatorio chirurgico multidisciplinare. Un progetto-pilota in Italia, dedicato alle specialità di Pneumologia, Chirurgia, Oculistica, Ginecologia e Otorinolaringoiatria. Una sala esterna al blocco operatorio, a fronte di un investimento di oltre 100mila euro. Si affianca la dotazione al reparto di Pneumologia di un videobroncoscopio operatorio ad alta definizione e qualità diagnostica e interventistica, donato dalla Fondazione Carigo, per una spesa di 20mila euro. E il futuro è prossimo: già quest’anno è previsto l’avvio della revisione della piastra ambulatoriale al primo piano del San Polo, ha preannunciato Michele Luise, alla guida del Team leader del progetto. Con ciò al fine di liberare risorse finanziarie da dirottare sulla rete di assistenza territoriale.
Ma passiamo ai dati, illustrati da Cavallini. Nell’ultimo semestre 2013 sono state eseguite 72 visite: il 38,9% ha riguardato nuovi casi di malattia professionale, il 6,9% nuovi casi di neoplasia. Nel 2014 le visite sono salite a 195, il 40,5% sono nuovi casi di malattia professionale e il 10,8% nuovi casi di neoplasia. Nel 2015 le visite sono approdate a 409, il 49,1% nuovi casi di malattia professionale e il 6,6% nuovi casi di neoplasie. Nel quadro consuntivo dell’attività al 1° gennaio 2016 spiccano le nuove segnalazioni in ordine all’esposizione all’amianto, pari al 52,4%: il 76,2% riguardano la rilevazione di placche e ispessimenti pleurici, il 14,6% tumori polmonari, il 4,9% mesoteliomi alla pleura, il 2,8% asbestosi, il 2,2% altri tumori (laringe e colon). I casi già noti e non aggravati, invece, sono il 28,6%, mentre il 19% dei casi non ha rilevato patologie amianto-correlate.
Il Crua è strutturato in un Ambulatorio di sorveglianza sanitaria al San Polo e a Palmanova, e contempla la cosiddetta “Lung Unit” per la presa in carico interdisciplinare del paziente, un Punto di ascolto aperto alla popolazione, nonchè la predisposizione di materiale informativo, in collaborazione con associazioni di ex esposti e patronati. Vassallo ha illustrato la stretta connessione tra Crua e “Lung Unit”, nell’ambito della quale Pneumologia gioca un ruolo chiave nella fase diagnostica. La “Lung Unit” garantisce una gestione condivisa e multidisciplinare delle patologie oncologiche toraciche. Attorno al paziente ruotano professionalità come l’oncologo, il pneumologo, l’anatomopatologo, l’internista, il radiologo, il radioterapista e fisico sanitario, il chirurgo, lo psicologo, il medico di Medicina generale, il terapista del dolore e l’infermiere “case manager”. Il tutto è finalizzato in particolare alla definizione di un percorso diagnostico-terapeutico individualizzato, avvalendosi altresì dell’appoggio di altre strutture sanitarie regionali. Nè manca la ricerca, sfruttando anche protocolli di carattere nazionale e internazionale.
Il sindaco Silvia Altran ha parlato di una comunità in lunga attesa. Della ricerca scientifica, di un’accoglienza adeguata, pronta e completa per tutte le necessità dei malati. Ha ricordato la scelta di addivenire alla transazione con Fincantieri in relazione ai processi amianto: «Uno choc per tutti, ma che forse ci ha costretto a superare questo senso di continua attesa». I fondi assegnati al Comune sono stati messi a disposizione per l’istituzione di un Centro interdipartimentale per l’amianto che si raccorderà all’attività clinica del Crua. Telesca ha osservato: «Oggi è una data importante, prendendo atto di quanto si sta già facendo. Progetti come la nuova piastra ambulatoriale permetteranno di semplificare e razionalizzare l’offerta sanitaria liberando risorse per investire sul territorio». Serracchiani ha concluso: «Il Crua è frutto di un lavoro di squadra. L’attività sta funzionando appieno, a fronte anche di un’intensa attività informativa e di prevenzione». Ha sottolineato la valenza di progetti tranfrontalieri e l’attivazione del tavolo regionale tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia. A chiudere la testimonianza di Luigino Francovig, ex cantierino e sindacalista esposto all’amianto.
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