Crisi Triestina calcio, stop a settore femminile e giovanili: distrutti 9 anni di lavoro
La notizia è uno schiaffo in faccia a centinaia di persone soprattutto ragazze e ragazzi

Universo Triestina spazzato via con poche righe. Nell’ennesima giornata convulsa e piena di voci contrastanti, a metà pomeriggio è stata comunicata la decisione forte di cancellare di fatto tutto il settore femminile e le giovanili.
Il comunicato diffuso ai protagonisti motiva la difficoltà attuale a poter gestire l’eventuale inizio dell’attività sul campo e la necessità della società di provvedere in primis a sanare la grave situazione debitoria in cui versa il club in mano al fondo americano Lbk. Un autentico schiaffo in faccia a decine, o meglio, centinaia di persone, soprattutto ragazze e ragazzi, che hanno lottato, gioito, pianto con l’alabarda nel cuore in questi anni. Se anche per miracolo la società stesse in piedi, se anche vi fosse una prima squadra pur in condizioni da armata Brancaleone, non ci sarebbe null’altro.
Di fatto questa società presieduta da Rosenzweig con la direzione generale di Menta è riuscita a distruggere in poche settimane il lavoro di 9 anni e mezzo. Dall’avvento di Biasin con Romina e Mauro Milanese si era lavorato alla costruzione non solo della Triestina ma anche della Victory in onore al cugino Mario emigrato in Australia.
Partendo di fatto da zero dopo il fallimento del 2012 e la nuova caduta del 2016. Il tutto era sopravvissuto pure alle prime scosse telluriche in epoca Giacomini, ma ora il terremoto c’è stato, si è manifestato, e rischia di essere semplicemente il primo di qualcosa di molto più grande. Perché senza l’idea dei bimbi alabardati a correre in mezzo al campo al Rocco, senza l’idea del settore in rosa con tutto il suo entusiasmo, senza tutto questo, rimane solo lo squallore di chi evocando rispetto per la maglia e la città, le sta infangando come mai nella storia pluricentenaria della Triestina.—
Riproduzione riservata © Il Piccolo