Croazia, arriva la marijuana terapeutica

ZAGABRIA. Da ieri in Croazia è possibile acquistare e utilizzare prodotti a base di marijuana per scopi terapeutici. A poterne beneficiare, per l’entrata in vigore di un regolamento del ministero della Sanità, sono tutti i pazienti che soffrono di malattie come «la sclerosi multipla, il cancro, l’epilessia o l’Aids», precisa il settimanale zagabrese Telegram. Ad essere legalizzati dall’esecutivo croato sono i farmaci a base di delta–9-tetraidrocannabinolo (o Thc, il maggiore principio attivo della cannabis), così come quelli realizzati a partire dai derivati Dronabinol e nabilone. La nuova normativa prevede che prima di poter passare in farmacia gli utenti ottengano dal proprio medico curante una prescrizione che riporti tra le altre cose la quantità di prodotto prevista per un mese di trattamento, fermo restando comunque che il contenuto totale di Thc non potrà in ogni caso superare 0,75 grammi.
La svolta di Zagabria è il risultato del lavoro svolto da una commissione ad hoc formata il 20 gennaio scorso dallo stesso ministro della Sanità, Siniša Varga, e che aveva proprio il compito di studiare i termini in cui fosse possibile una legalizzazione della marijuana ad uso terapeutico. I dieci membri del gruppo di studio, capeggiato dal dottor Ognjen Brborovic dell’Università di Zagabria, hanno consegnato al governo croato una prima serie di raccomandazioni già a febbraio, suggerendo appunto di modificare la lista delle sostanze vietate per autorizzare la cannabis. A giugno le conclusioni della commissione esaminavano, per ogni malattia presa in considerazione, il tipo di benefici che l’uso del Thc avrebbe potuto apportare, riducendo ad esempio la nausea ed il vomito nelle persone sottoposte a chemioterapia. Al tempo stesso, venivano indicati i limiti di questo tipo di trattamento e le sue controindicazioni. Gli esperti suggerivano ad esempio di non prescrivere i farmaci a base di cannabis ai pazienti affetti da disordini psichiatrici.
Una volta ricevute le conclusioni della Commissione Brborovi„, il governo di Zoran Milanovi„ ha annunciato a inizio settembre la novità su twitter: «Da quest’autunno, cannabis legale per scopi medici», ha comunicato l’esecutivo, con tanto di foglie di canapa come sfondo del messaggio.
Ma anche se la nuova legge è ormai entrata in gazzetta ufficiale, i pazienti dovranno aspettare ancora «tre o quattro mesi», ipotizza Telegram, prima che le farmacie siano rifornite del necessario. Come testimonia la dottoressa Vjekoslava Amerl Šakic, intervistata dal settimanale, «a entrare in vigore è soltanto il quadro giuridico-legale», mentre per le pratiche di importazione o di produzione dei primi farmaci ci vorrà appunto qualche mese in più. In Croazia nessuna industria farmaceutica produce a oggi questo tipo di sostanze mentre lo stesso ministero della Sanità di Zagabria comunica che nessuna azienda straniera ha per ora manifestato la propria volontà di iscriversi nel registro per accedere al mercato croato.
I tempi sono dunque un po’ più lunghi del previsto, ma l’ultima riforma dell’esecutivo socialdemocratico di Zagabria s’iscrive comunque in una coerente politica di depenalizzazione dell’uso delle droghe. Dal primo gennaio 2013, il Codice penale croato non considera più un reato il possesso di «piccole quantità a uso personale» (lasciando peraltro al giudice la definizione del limite quantitativo), ma si limita a prevedere una multa che va dai 650 ai 2.600 euro secondo i casi. Inoltre, come riporta l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt), l’agenzia dell’Ue per lo studio delle droghe, la legislazione croata fa anche una differenza tra i produttori di sostanze illecite «senza intenzione di vendita» e «a scopo lucrativo». I primi rischiano dai 6 mesi ai 5 anni di prigione, i secondi possono restare fino a 12 anni in carcere.
Con la sua ultima legge in materia, la Croazia entra nel novero degli ormai 13 paesi dell’Ue (sui 28 stati membri) che autorizzano già l’uso della marijuana a scopi terapeutici.
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