Croazia, la coalizione di Milanović perde pezzi
Dopo la decisione del Capo dello Stato croato di candidarsi senza dimettersi, due partiti sono usciti dal polo progressista

BELGRADO Perde pezzi la coalizione di centrosinistra guidata dal Partito democratico croato (Sdp). A pochi giorni di distanza dalla discesa in campo a sorpresa del presidente Zoran Milanović – che ha annunciato che sarà lui a guidare il campo dei progressisti alle prossime elezioni legislative del 17 aprile (ma senza dare le dimissioni da Capo di stato) – due partiti hanno già lasciato l’alleanza. Si tratta del movimento liberale Fokus e della Dieta democratica istriana. In un comunicato pubblicato ieri pomeriggio, il deputato di Fokus Davor Nađi si è detto «consapevole che la vittoria è l’obiettivo dell'Sdp», ma «per noi – ha aggiunto – non è accettabile se il prezzo è il crollo dell'ordine costituzionale, l'aggressione nello spazio pubblico e una resa dei conti politica».
Qualche ora prima, era stato il presidente della Dieta democratica istriana Dalibor Paus a dare forfait ai socialdemocratici, spiegando che «è importante vincere, ma bisogna farlo in modo giusto e legale». «Le decisioni della Corte Costituzionale dovrebbero essere rispettate», ha aggiunto Paus.
Il riferimento è all’avvertimento espresso lunedì dalla Corte costituzionale croata che ha intimato al presidente Milanović di scegliere: o mantiene la carica che ricopre attualmente, o si presenta come candidato Primo ministro alle legislative. Per il momento il Partito socialdemocratico ha scelto una terza via, che ha suscitato non pochi malumori.
«Dobbiamo rispettare la decisione della Corte – ha dichiarato il presidente dell’Sdp Peđa Grbin – non posso dire che Milanović è il nostro candidato Primo ministro, né che riceverà il mandato per formare il governo, né che sarà il prossimo primo ministro, e questo fino a quando non saranno annunciati i risultati delle elezioni. Poi lo realizzeremo». Insomma, il nome del capo di Stato non apparirà sulle liste e sui manifesti dell’Sdp, ma di fatto sarà lui il futuro premier in caso di vittoria del campo progressista. Nel frattempo, lui manterrà il suo posto senza dare le dimissioni.
Per il premier conservatore Andrej Plenković (Hdz), l’opposizione è «disorganizzata». «Grbin ha annunciato questo accordo senza che i partner ne fossero a conoscenza. Non credo che lo sapessero nemmeno i membri dell'Sdp. Decisioni come questa dovrebbero essere prese assieme», ha detto il premier, secondo cui chi ha lasciato la coalizione «ha visto cosa stava succedendo e si è saggiamente allontanato».
Ieri è tornata sul caso anche la Corte costituzionale, che ha annunciato la creazione di una Commissione etica che sorveglierà il comportamento dei partecipanti alle elezioni. I giudici hanno invitato i partiti parlamentari a presentare le loro proposte per i membri della futura commissione. «Dopo aver ricevuto le proposte, la Corte Costituzionale nominerà i membri della Commissione Etica in modo che possa iniziare a svolgere i compiti prescritti in modo tempestivo», ha detto la Corte, che a inizio settimana ha minacciato di invalidare le elezioni qualora Milanović si candidasse senza dimettersi.
La campagna elettorale è intanto entrata nel vivo. Diversi politici hanno inventato dei nomignoli per riferirsi al Milanović-candidato senza menzionarlo. È “Walter”, “Zemo” o ancora “Voldemort”, come ha suggerito l’Hdz prendendo a prestito il cattivo di Harry Potter.
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