Crocetti: «Romoli è insofferente verso chi lo critica»

Lui, lui e... l’altro. La sfida dialettica fra Romoli e Cingolani sull’Istituto di musica vede oggi l’intervento di Bruno Crocetti, segretario comunale del Pd e assessore comunale ai Lavori pubblici ai tempi della giunta Brancati. «La querelle sull’Istituto di musica - sottolinea Crocetti - sembra essere diventata uno scontro personale tra il sindaco Romoli ed il capogruppo del Pd Giuseppe Cingolani, anche per l’assordante silenzio sulla questione degli altri gruppi di opposizione. Eppure, l’intero Consiglio comunale aveva deliberato di affidare alla commissione cultura il compito di approfondire le cause del progressivo buco di bilancio dell’Istituto, precipitato durante i due mandati Romoli al ritmo di oltre 100.000 euro all’anno: segnale preciso che tutte le forze politiche convenivano sulla necessità di fare chiarezza sulla situazione che ha condotto al fallimento della Fondazione».
Rimarca Crocetti: «Quando, però, Cingolani ha cominciato a sollevare la questione delle responsabilità, politiche prima ancora che amministrative, chiedendo risposte sull’evidente difetto di sorveglianza da parte del Comune sull’attività dei diversi Cda, il sindaco si è subito affrettato a chiarire che il controllo dei bilanci non era compito dell’amministrazione comunale (che pure quel Cda nomina), sposando una logica da dottore commercialista più che da primo cittadino. Confessando poi nell’ultimo intervento sulla stampa che, in effetti, delle gravi difficoltà finanziarie si sapeva, ma non ci si era poi preoccupati troppo perchè la Regione era sempre intervenuta con un contributo straordinario a sanare i deficit. Contributo che, almeno in parte, avrebbe potuto esserci anche questa volta, se solo gli altri attori (Comune e Fondazione Carigo) si fossero assunti impegni formali di compartecipazione alla copertura finanziaria e si fosse definito un piano di rientro. Invece il Comune ha preferito nominare il liquidatore di fatto dell’Idm e la dottoressa Cisint si è affrettata a portare i libri in Tribunale: soluzione a quel punto tecnicamente inevitabile, ma che non sottrae nessuno dall’assumersi la responsabilità “politica” di quella scelta».
«Ed è su questa responsabilità - conclude Crocetti - che l’opposizione chiama in causa il sindaco, nel solco della più normale dialettica democratica. Meno normale è che il sindaco, solitamente così misurato ed ecumenico, risponda a chi muove riserve sul suo operato e chiede risposte con un pesante attacco sul piano personale, tradendo un’evidente insofferenza nei confronti di chi lo critica. Fastidi della democrazia...». (fra.fa.)
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