Dalla storica villa Tonello alla distilleria Abuja: i gioielli nascosti lungo il tragitto del tram a Gorizia
Una quarantina di persone nonostante il freddo pungente, ha partecipato al tour di “Crocevie d’Europa” sulle tracce della linea 1

«Ma cosa avete bevuto, l’antigelo?» scherza la guida turistica Micaela Grossa. Perché c’era davvero da sorprendersi a vedere una quarantina di persone, domenica, alle 9.20, all’inizio di via Caprin, angolo via Montesanto. Non a caso, chi è intento a fare jogging o a portare a spasso il cane le guarda con una certa dose di curiosità, per non parlare di quelli che sfrecciano seduti comodamente nelle proprie auto. Ma, evidentemente, il desiderio di scoprire Gorizia, i suoi segreti, i suoi angoli spesso nascosti, c’è eccome. Ed è un antigelo assai efficiente.
Al punto che qualcuno, per partecipare all’appuntamento in una giornata che non aveva propriamente un clima mite, è giunto anche da fuori, per esempio da Marano Lagunare. Per “Crocevie d’Europa”, rassegna organizzata dal Comune proprio con lo scopo di svelare la città, è stato quindi l’ennesimo successo. Collocato all’interno della kermesse, il percorso di ieri aveva per titolo “Ti racconto come Gorizia appariva dai finestrini del suo storico tram”.

In particolare, l’itinerario al centro della passeggiata riprendeva quello della sua linea 1. Quello della linea 2 (che cominciava in via Garibaldi per terminare in piazza Vittoria) era già stato esposto in una puntata precedente, mentre quello della linea 3 (da viale XXIV maggio al municipio di San Pietro) sarà narrato a breve. La linea 1, invece, univa le due stazioni ferroviarie, la Meridionale e la Transalpina, in circa venti minuti. Le fermate, in tutto, erano 17, di cui 12 fisse.
Il tram iniziava ufficialmente il suo servizio nel febbraio del 1909. Restava in attività fino al 1935, con una breve interruzione nel 1932. La media dei biglietti venduti per la sola linea 1 era di 4 mila al giorno. Sono notizie che si possono reperire nella pubblicazione di Italia Nostra, sezione di Gorizia, curata nel 2009 da Liubina Debeni Soravito e da Maddalena Malni Pascoletti con titolo “La storica rimessa del tram a Gorizia”.

E ieri, accanto a Micaela Grossa, c’era proprio la signora Debeni ad approfondire le tematiche di cui è esperta: quelle del verde pubblico e privato con i giardini e i parchi di quell’area. In estrema sintesi, i primi risalgono per lo più all’800, mentre i secondi coprono più periodi. Non solo: i parchi hanno dimensioni maggiori e, in genere, venivano ideati nella parte retrostante alle abitazioni, a differenza dei giardini, progettati nella parte antistante alle ville a ostentare il benessere della borghesia in ascesa.

Ed è così, tra verde pubblico e privato, tra personaggi del tempo che fu, edifici, monumenti e molto altro che la visita di ieri, della durata di circa tre ore, si è compiuta. L’itinerario è cominciato con la visita della chiesa di Maria Santissima Regina, in via Montesanto, dove, tra l’altro, la signora Debeni ha invitato a soffermarsi sui tre larici nella sua area davanti, così tipici in montagna, ma non certo a Gorizia. Sempre nell’area della chiesa sorgeva poi il dopolavoro ferroviario. Certamente, nello scorgere ciò che rimane di villa Frommer e ripensando al suo incendio del gennaio 1993 non si è potuto poi restare indifferenti.
Ma la chicca della giornata è stata un’altra: la visita all’ottocentesca Villa Tonello, acquisita nel 1968 da Benito Gandolfi (proprietario dell’omonimo burrificio) e ieri illustrata da sua nipote Benedetta. L’auspicio di Micaela Grossa, ora, è che i proprietari di altre ville aprano ai goriziani le porte delle proprie dimore. Ma ecco che, quasi sentendo il suo appello, in piazza de Amicis, la famiglia Abuja, titolare della storica distilleria, ha accolto i partecipanti in casa propria, raccontando della propria attività indissolubilmente legata al pelinkovac. Ed è stato questo un fuori programma estremamente gradito, prima che il gruppo riprendesse il cammino verso via Carducci e piazza Vittoria, dove si è concluso con un meritato momento di ristoro. —
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