Crolla l’acquisto di sigarette e il tabaccaio si riconverte

Affari in calo dell’80 per cento a vantaggio della Slovenia, la Regione finanzia i terminali per il pagamento delle bollette. Su 160 rivendite, 110 ce l’hanno già

TRIESTE

I tabaccai di Trieste e Gorizia rischiano di sparire. E non perché da queste parti si fumi meno che altrove, ma perché basta fare pochi chilometri per comprare oltreconfine gli stessi prodotti a prezzi decisamente inferiori. Come per la benzina la concorrenza slovena è spietata e non lascia scampo: lo dicono i numeri. Negli ultimi anni il settore ha perso il 60% del fatturato. E da un paio di mesi, cioè da quando in Italia è aumentata l’Iva, il quadro è addirittura peggiorato. I dati in mano alla Fit, la Federazione italiana tabaccai, parlano di un ulteriore calo del 20%. Complessivamente, dunque, l’80% in meno di incassi nelle due province. Si va in Slovenia per il pieno di benzina e a prendere le sigarette, perché lì un pacchetto arriva a costare anche 2 euro in meno.

«Il momento è davvero tragico – commenta Gianni Rocco, presidente provinciale Federazione italiana tabaccai – a Trieste, ad esempio, negli ultimi 4 anni una trentina di rivendite hanno cessato la propria attività, una ventina a Gorizia. Spesso – aggiunge – sono aziende a conduzione familiare. La situazione, già grave prima, è ancora più pesante in queste settimane perché il ritocco all’insù dell’Iva ha prodotto un altro aumento di 30 centesimi a pacchetto, con l’effetto che sempre più triestini e goriziani comprano le sigarette oltreconfine».

La Regione ha già pronto un salvagente occupazionale: l’assessorato al Lavoro finanzierà chi decide di aprire le porte a nuovi servizi pubblici, dotandosi di terminali ad hoc. Cioè dispositivi che consentiranno ai cittadini di recarsi dal tabaccaio per pagare bollette. Sarà l’ente a contribuire alla spesa finanziando il 65% della strumentazione necessaria che costa circa 2 mila euro. Si tratta di un terminale, una sorta di computer con monitor, tastiera, scanner, stampante, lettore bancomat e di codici a barre. Ci sono già 14 mila strumenti di questo tipo in tutta Italia e anche il Friuli Venezia Giulia inizierà ad adeguarsi. Si potranno pagare bollettini bancari, postali, tasse automobilistiche e ricariche telefoniche. Il terminale, inoltre, erogherà i voucher Inps per le prestazioni di lavoro occasionale.

«Considerato che su 160 rivendite che hanno fatto domanda 110 hanno già acquistato un terminale, possiamo prevedere che a breve saranno quasi 300 le tabaccherie del Friuli Venezia Giulia a esserne dotate», ha spiegato l’assessore Angela Brandi. Nella legge Finanziaria 2012, peraltro, è prevista una posta di 220 mila euro per gli esercenti che decideranno di riconvertire la loro attività ammodernando le rivendite in crisi. «Vogliamo sostenere il settore – ha osservato l’assessore al Lavoro – e parallelamente migliorare l'accesso ai servizi della pubblica amministrazione per i cittadini». Un’iniziativa salutata con soddisfazione dalla Fit: «I terminali che renderanno possibile l’attivazione di nuovi servizi nelle rivendite del Friuli Venezia Giulia sono un aiuto assolutamente valido», afferma Marco Pesce, componente del comitato esecutivo della Fit. Le prossime domande di contributo per l’acquisto di nuovi terminali dovranno essere presentate entro il 30 giugno.

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