Crollo del palco di Jovanotti a Trieste, ecco perché Tramontin torna a processo dopo l’assoluzione
Francesco Pinna morì a 19 anni mentre lavorava. La Cassazione ha annullato con rinvio in Corte di appello la sentenza che aveva assolto il legale rappresentante di “Azalea Promotion srl”, la società che organizza eventi

TRIESTE Si riapre il processo e si riapre anche il dolore mai sopito per la morte del diciannovenne triestino Francesco Pinna, schiacciato dal palco di un concerto. Un concerto in cui si sarebbe dovuto esibire Jovanotti. È il 12 dicembre 2011 quando quel palco, allestito al Pala Trieste, travolge il giovane mentre lavora al montaggio. Altri 12 operai restano feriti. Un dramma totale.
E ora quel dramma è destinato a ritornare, a dodici anni di distanza, nelle aule di tribunale. Il motivo? La Cassazione ha annullato con rinvio in Corte di appello, ad altra sezione, la sentenza che il 25 novembre 2021 aveva assolto Loris Tramontin: il legale rappresentante di “Azalea Promotion srl”, la società friulana che promuove e organizza eventi. Per capire il perché di questo annullamento si devono attendere le motivazioni. Se ne riparlerà a primavera. Poi si ritornerà, di nuovo, a giudizio.
Con quell’assoluzione del 25 novembre 2021 la Corte d’appello aveva ribaltato la sentenza del Tribunale di Trieste che, in primo grado (giudice Massimo Tomassini), il 17 maggio 2019 aveva condannato il manager a un anno e dieci mesi con la condizionale per le accuse di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose plurime. Il processo era iniziato nel 2015, dopo le indagini del pm Matteo Tripani.
Ma i giudici di secondo grado Tramontin era innocente: la mancata nomina della figura di un coordinatore della sicurezza da parte del committente (ossia di Tramontin, difeso dall’avvocato Riccardo Cattarini), questa la presunta responsabilità “omissiva” contestata, non aveva inciso sui fatti. Perché tra i doveri del coordinatore non rientra la vigilanza sulla tenuta statica della struttura. La sua presenza, insomma, non avrebbe potuto impedire il crollo. Così, dunque, i giudici di secondo grado. Il collasso del palco, come provato a processo, era stato determinato invece da un errore di calcolo del professionista incaricato della verifica statica dell’impalcatura. Di qui la condanna a tre anni, in abbreviato, a carico di Andrea Guglielmo, l’ingegnere che si doveva occupare della verifica statica della struttura collassata. Il palco, come dimostrato, era crollato per un eccesso di carico.
Ora, per Tramontin, il colpo di scena in Cassazione con l’annullamento della sentenza e il nuovo giudizio, per effetto dell’impugnazione da parte della Procura generale presso la Corte di appello (sostituto procuratore generale Luigi Leghissa) e dell’avvocato Rino Battocletti, difensore di un operaio ferito. «La Corte di appello si era già pronunciata per l’innocenza del mio cliente – osserva l’avvocato Cattarini – affronteremo il nuovo giudizio con la massima serenità». Tramontin non nasconde il proprio sconforto per il lungo e doloroso iter giudiziario: «Sono stato assolto – sottolinea – e quindi mi sento sereno, stupisce però che a dodici anni siamo ancora su questa vicenda e credo che prima del 2025 non si chiuderà».
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