Cuccioli di cane, scimmiette e un pappagallo nascosti nell’auto: denunciati

La scoperta al casello di San Giorgio di Nogaro da parte di una pattuglia della Polizia stradale e del personale del Corpo forestale regionale

Alcuni dei cagnolini rinvenuti nell'automobile fermata a San Giorgio
Alcuni dei cagnolini rinvenuti nell'automobile fermata a San Giorgio

GORIZIA In occasione dei ponti festivi dell’ultima settimana di aprile e del primo di maggio, di regola, quando si registra un notevole aumento dei veicoli sulla rete autostradale, la Polizia di Stato incrementa i controlli volti al contrasto del fenomeno della microcriminalità in ambito autostradale con particolare riguardo alle “aree di servizio”.

Nascondevano nell'auto cuccioli di cane, scimmiette e un pappagallo: denunciati

La Polizia, anche attraverso la collaborazione con il Corpo forestale regionale, ha attuato servizi finalizzati alla verifica della regolarità del trasporto di animali e in particolare di quelli da “affezione” o da “compagnia”, che spesso viaggiano a bordo dei mezzi di trasporto dei numerosi turisti che attraversano i confini del Goriziano.

L’obiettivo è quello non solo di verificare la regolarità del mezzo di trasporto, ma anche il benessere degli stessi animali.

In tale contesto operativo, nella mattinata del 28 aprile scorso, al casello di San Giorgio di Nogaro, una pattuglia della Squadra di Polizia giudiziaria della Sezione Polizia stradale di Gorizia, congiuntamente a personale del Corpo forestale regionale di Gorizia, ha controllato gli occupanti di un’autovettura di nazionalità italiana proveniente dall’Ungheria.

Si trattava di due cittadini residenti in Campania, che avevano trascorso alcuni giorni di vacanza in terra magiara e che, a loro dire, avevano comperato degli animali per regalarli ai familiari.

Dalle operazioni di controllo del veicolo, sono emersi all’interno del bagagliaio, suddivisi in tre “trasportini”, otto cuccioli di cane, di razza barboncino e cavalier king ed un pappagallo delle specie Electus Roratus.

Nascondevano nell'auto cuccioli di cane, scimmiette e un pappagallo: denunciati

A quel punto è stato contattato il veterinario di turno dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, al fine di eseguire i dovuti accertamenti nel canile di Udine.

In tale struttura, all’interno di un borsone sportivo posto sul sedile posteriore del veicolo, sono state rinvenute due gabbiette di plastica con quattro piccole scimmie.

Il personale veterinario esperto in fauna esotica ha classificato le stesse come appartenenti alla specie Callithrix, specie esotica la cui importazione, trasporto e detenzione, risulta essere in violazione dell’articolo 1 della legge 150/1992 .

Anche il trasporto del pappagallo è avvenuto in violazione della predetta norma. I quattro primati, privi di identificazione e di documentazione, sono subito apparsi poco reattivi contrariamente al carattere solitamente curioso e attivo.

Sono così stati ricoverati d'emergenza presso lo stabulario pubblico per gli accertamenti e le cure del caso. Anche il pappagallo, trovato in buona salute, non viaggiava certo in condizioni ritenute idonee per il suo naturale benessere.

Cagionevoli, altresì, erano le condizioni di salute dei cuccioli di cane, di tenera età, che evidentemente risentivano delle lunghe ore di viaggio, del sovraffollamento nei trasportini nonché della mancanza di cibo ed acqua.

Gli stessi, inoltre, viaggiavano sprovvisti di microchip e della documentazione necessaria all’introduzione sul territorio nazionale di animali da affezione.

Per cui i due uomini  sono stati denunciati per l'introduzione illegale degli animali, per il reato di maltrattamento così come indicato nell’art. 544 ter del Codice penale e per la violazione delle prescrizioni della Convenzione Cites sanzionata dalla legge 150/1992  “sugli animali pericolosi”, che dispone sempre la confisca degli esemplari illegittimamente detenuti.

Come la letteratura specialistica e veterinaria insegna, è del tutto errato pensare che alla vita domestica ben possa adattarsi una scimmietta grande poco più del palmo di un amano, trattandosi comunque di un animale “in natura” selvatico, che può trasmettere malattie anche gravi all'uomo e che se rinchiuso fra mura domestiche risulta sicuramente “maltrattato”.

Le scimmiette, poi, se sono strappate alla loro madre a poche settimane di vita, come è nel caso di specie, sopravvivono per una piccolissima percentuale.

La Polizia di Stato e il Corpo forestale regionale invitano i potenziali acquirenti di animali di questa natura ad accertarne le relative condizioni di legge al fine non incorrere nella violazione di norme che prevedono sanzioni severe, esponendo gli animali a sofferenze pericolose ed inutili.

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