Cucina locale e professioni, incontro a Trento

POLA. Salvi oltre 1100 posti di lavoro in tre stabilimenti istriani. Si è conclusa infatti positivamente la tormentata vicenda legata alla Cimos, l'azienda a partecipazione statale slovena con sede a...

POLA. Salvi oltre 1100 posti di lavoro in tre stabilimenti istriani. Si è conclusa infatti positivamente la tormentata vicenda legata alla Cimos, l'azienda a partecipazione statale slovena con sede a Capodistria che produce componentistica per varie industrie automobilistiche. Il governo croato guidato da Andrej Plenkovi„ ha dato disco verde all'accordo con Lubiana in merito alla soluzione del contenzioso che si trascinava da due decenni. Per la precisione, la Dubt - ovvero la bad bank di Lubiana - verserà nelle casse della Repubblica di Croazia un importo di 7 milioni di euro per saldare i debiti pregressi. Dopo il versamento - che dovrebbe avvenire nell'arco di 15 giorni - l'Agenzia croata per il risanamento degli istituti di credito ritirerà la denuncia per il risarcimento danni e altre spettanze che aveva inoltrato contro la Cimos in relazione a un credito di 20 milioni di euro acceso presso la Rijecka banka nel 1996 e mai estinto. Dopo il naufragio dell'istituto bancario fiumano, il credito era stato rilevato appunto dall’Agenzia croata; e nel tempo il debito, gonfiato dagli interessi, è lievitato fino ad arrivare a quota 57 milioni di euro.

A permettere di superare il contenzioso è stato l’accordo raggiunto tra il ministro sloveno dell'Economia Zdravko Pocivalsek e quello croato dei Neni statali Goran Mari„. Stando a varie valutazioni, a facilitare il raggiungimento dell'intesa sarebbe stato il carattere transfrontaliero della Cimos, tenuto conto anche della presenza di importanti stabilimenti nell'Istria croata.

Con questo passaggio dunque viene spianata la strada all'acquisizione dell’intera Cimos da parte del fondo italiano Palladio Finanziaria. Quest'ultimo pochi mesi fa aveva già firmato un primo accordo sull'operazione, impegnandosi a firmare per l’acquisto a un importo pressoché simbolico di 100mila euro e ad assumersi al contempo parte del debito dell'azienda slovena, pari a 20 milioni di euro. La transazione si concluderà entro il 30 aprile: un passaggio che permetterà alla società capodistriana (con stabilimenti a Capodistria ma anche nell’Istria croata appunto, cioè a Pinguente, Rozzo e Albona) di evitare il fallimento.

Grande soddisfazione è stata espressa dai massimi dirigenti istriani, in testa il presidente della Regione Valter Flego, che a Pola hanno convocato una conferenza stampa. «Finalmente i circa 1.100 dipendenti della Cimos nei reparti istriani a Pinguente, Rozzo e Albona possono tirare un sospiro di sollievo» - ha detto Flego - senza più temere per il proprio futuro». Il presidente ha ringraziato poi il premier Plenkovi„ e il ministro Mari„ per aver dato ascolto alle istanze istriane. «Ciò che lo Scoglio Olivi è per Pola - ha aggiunto - la Cimos è per il pinguentino e l'albonese». Presente anche il sindaco di Pinguente Sinisa Zulic: «In città - ha spiegato - alla Cimos lavorano oltre 500 dipendenti, circa il 28% della popolazione attiva; pertanto la chiusura dell’impianto avrebbe rappresentato un duro colpo per l'economia locale e per tutta la popolazione». Zuli„ ha quindi riportato che entro l'anno il Fondo italiano sarebbe disposto a investire in Istria 70 milioni di euro e ad avviare 180 posti di lavoro. (p.r.)

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