Da bocciare la Gorizia dei palazzi vuoti

Gorizia “città vuota” per l'esagerato numero di centri commerciali come causa della desertificazione del centro storico, l'abbandono del recupero edilizio in città e le nuove inutili “beverly hills” di periferia in una Gorizia che diminuisce i suoi abitanti, l'attenzione rivolta agli ecomostri, agli ascensori e alle tecno-gallerie invece del recupero degli storici e bellissimi palazzi chiusi e abbandonati. È la diagnosi, impietosa, emersa dopo due ore e mezzo di dibattito nel primo dei tre incontri pubblici sull'urbanistica organizzati dall'associazione Forum Cultura, per il ciclo “Tutta mia la città”. Luca Cadez di Legambiente ha portato l'attenzione del dibattito sul consumo di suolo, l'autorizzazione di costruire su nuove aree verdi o agricole, quando invece aree urbane esistenti, già urbanizzate, sono sottoutilizzate o bisognose di una “semplice” riqualificazione. Nel secondo intervento Aleksandra Torbica, presidente dell'Associazione Architetti del Litorale - Društvo Primorskih arhitektov – ha raccontato come a Nova Gorica l'Associazione incontra i cittadini in un “confessionale” nella centrale piazza del mercato, analizza il loro rapporto col territorio, chiede di indicare luoghi belli e brutti della città, manda un operatore a fotografare i posti segnalati, raccoglie i dati, li elabora e poi consegna i risultati dello studio al Comune. Nel terzo intervento, il bel progetto per la riqualificazione dell'area dell'ex ospedale civile di Gorizia, vincitore del primo premio al concorso internazionale “giovani alla frontiera”, è stato raccontato da Ramon Pascolat, dello studio Mod.land di Gorizia, che ha mostrato con un esempio concreto come potrebbero essere immaginate e riusate le diverse aree da sempre sottoutilizzate e in parte anche degradate lungo l'ex confine. Prossimi due incontri, il 15 e il 28 novembre, sempre nella sede della Fondazione Carigo.
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