Da Bosio spuntano i clienti cleptomani: sparisce di tutto, pure la chiave del bagno

Gli affari vanno a gonfie vele ma c’è il rovescio della medaglia con tazzine e bicchieri che prendono il volo 
Bonaventura Monfalcone-05.12.2018 Preparazioni cocktail-Bicchieri rubati-Bosio-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-05.12.2018 Preparazioni cocktail-Bicchieri rubati-Bosio-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

la curiosità



Tazzine e piattini di caffè, cucchiaini e bicchieri da cocktail. Sparisce un po’ di tutto negli ultimi tempi nel frequentatissimo Bistrot Bosio di via Trieste a Staranzano, specie di sera nei fine settimana. Probabilmente alcuni habitué hanno piacere di portare a casa il “ricordino” di un locale un po’ particolare, alla moda che utilizza materiale di una certa linea e qualità, che magari sta bene come un soprammobile a casa propria. Uno “sport” diventato quasi una moda che viene praticato già da tempo, ma non si riesce ancora ad arginare perché ci si accorge della mancanza di pezzi solo a fine lavoro quando si fa la conta del materiale. Se la prende con filosofia per questo fenomeno inusuale il titolare Gianfranco Bosio pensando che fra la clientela c’è qualche bizzarro in vena di fare “scherzi”, ma intanto il materiale prende il volo. «Ma si dai – dice Gianfranco Bosio – prendiamola sul ridere, cosa vuoi che sia una tazzina o un bicchiere. Intanto si muove l’economia di quelle aziende che li producono, poi si ricordano di me anche quando sono a casa loro. Il materiale sparisce perché probabilmente siamo i primi in zona a usare tazzine di caffè importanti e bicchieri particolari per i cocktail per servire alcune specialità che ho imparato all’estero».

Elenca infatti il “Moscov Mule” servito in una tazza in rame, l’“Italian mule” dove vengono utilizzati bicchieri di design particolari, pochi i locali usano il “Tumbler basso” per il cocktail americano, poi il “mojito cocktail”. Ci sono inoltre i “baloon”, bicchieri con una palla gigante da gin tonic. «Bicchieri – sottolinea Bosio – di cui sono molto orgoglioso perché sono tutte esclusività. Certe volte però si esagera e si rasenta l’assurdo. L’ultimo pezzo che mi hanno portato via sabato scorso sono le chiavi del bagno, un modello vintage che avevo cercato con cura ma è sparito. Cosa se ne fanno di una chiave Dio solo lo sa. Le cose che spariscono di più sono le tazzine di caffè che arrivano da una ditta di Bologna e sono disegnate da un artista. Fino a oggi sono svanite nel nulla un centinaio. Bicchieri tantissimi, perché è un mio vezzo usare il proprio bicchiere a ogni suo cocktail. Faremo attenzione – aggiunge – ma non mi interessa far polemiche per queste cose, l’importante che la maggior parte della gente viene, si diverte e si trova bene. Quello che succede di contorno è solo colore».

Il consistente movimento di gente regge ancora nonostante la penuria di parcheggi in prossimità del locale. «Oggi siamo nel più assoluto quieto vivere – afferma Bosio – perché le persone parcheggiano in fondo alla strada e nei posti disponibili. È chiaro che stiamo cercando una soluzione. Un’altra cosa che ci rende molto felici è che pur non avendo tanti posti auto che sono tre davanti, due interni due ai lati più i dischi orari messi dal Comune per una durata di mezzora, la clientela parcheggia lontano, fa due o 300 metri a piedi. In un piccolo paese come questo non è cosa da poco. Nelle grandi città si fa anche un chilometro a piedi, ma non in una piccola. Quindi se arrivano qui vuol dire che sono attratti da altro, anche dal servizio basato su cortesia e gentilezza in un’atmosfera rilassante. Nel fine settimana, venerdì e sabato, abbiamo sempre il tutto esaurito soprattutto dei tavoli, meglio prenotare, che oscillano tra 25/30 e c’è difficoltà per entrare». —



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